CORRIDONIA – Schiaffi, pugni e calci anche in presenza di minori, poi le minacce di morte e le aggressioni verbali: «Sei una persona inutile, una fallita, non ti lascio altrimenti muori di fame, psicopatica, ritardata». L’incubo vissuto da una cinquantenne sarebbe durato più di un anno, poi lei aveva deciso di allontanarsi e denunciare il compagno. Oggi l’uomo, un camionista fermano di 47 anni, è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione. Le accuse nei suoi confronti sono: maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, sequestro di persona, danneggiamento e tentata violenza sessuale.
I fatti contestati sarebbero avvenuti tra agosto del 2019 e novembre del 2020, secondo la Procura – il fascicolo è del pubblico ministero Enrico Barbieri, mentre in aula oggi l’accusa è stata sostenuta dal collega Enrico Riccioni – l’uomo in più occasioni aveva maltrattato la compagna con cui conviveva con minacce, anche di morte, aggressioni verbali e fisiche. Le violenze erano avvenute in vari comuni, a Corridonia, Civitanova ma anche a Fabriano, sia quando la coppia era in casa sia quando era in strada, anche alla presenza di minori. Per due volte, a seguito delle violenze subite, la donna era stata costretta a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso, una volta i medici le avevano refertato una policontusione da aggressione, un’altra volta il camionista le aveva fratturato due costole. Ma non solo. Secondo la ricostruzione accusatoria in diverse occasioni lui l’aveva chiusa a chiave in casa impedendole di uscire, una volta le aveva danneggiato lo specchietto retrovisore e la portiera lato guida dell’auto, poi in un’occasione, a novembre dello scorso anno, il 47enne aveva tentato di costringerla a subire atti sessuali ma lei era riuscita a opporsi. La donna si era rivolta agli avvocati Alessio Matarazzi e Nicoletta Corneli e tramite loro aveva sporto querela.
Successivamente nei confronti del camionista era stata disposta la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna con applicazione del braccialetto elettronico, misura che il 47enne ha violato comportando così l’aggravamento della misura (è attualmente in carcere). L’uomo, tramite l’avvocato Cosimo Borsci, aveva chiesto e ottenuto nella scorsa udienza di procedere con rito abbreviato che in caso di condanna consente di ottenere uno sconto di pena e oggi il procedimento è stato discusso. Al termine della requisitoria il pm ha chiesto la condanna a quattro anni e sei mesi, il gup ha condannato l’imputato a tre anni e quattro mesi. La difesa ha chiesto anche la modifica della misura (negli arresti domiciliari) per consentire al 47enne di poter lavorare, su questo il giudice si è riservato.