Due aziende marchigiane, Delta srl e Simonelli Group, stanno collaborando nell’ambito della Manifattura sostenibile che è alla base di MARLIC (Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites) – un progetto Co-finanziato dalla Regione Marche attraverso il POR MARCHE FESR 2014/2020.
Delta s.r.l. è un’azienda che ha maturato esperienze trentennali e forti competenze nella produzione di materiali compositi, anche grazie ad un proprio laboratorio R&D incentrato sullo studio di tali materiali oltre allo stampaggio di manufatti.
È stata quindi creata un’operazione sinergica con un’altra azienda del territorio marchigiano, la Simonelli Group, proprio muovendosi in quell’ottica di supporto reciproco, scambio, interazione.
Simonelli Group, azienda all’avanguardia nella produzione di macchine per caffè espresso, mira alla costante innovazione del prodotto grazie alla continua ricerca in campo tecnologico, che ha condotto l’azienda anche a collaborare con Università ed Enti di Ricerca.
I materiali di scarto della Delta, sono diventati una risorsa, una nuova materia prima per la Simonelli Group. In particolare, partendo dal piano di un colatoio di un lavello di scarto, si è ottenuto del materiale per la realizzazione del coperchio di una macchina macina caffè.
E sempre da alcuni materiali di scarto di prodotti della Delta, è stato realizzato un nuovo oggetto da corredo ad una macchina professionale per il caffè. La difficoltà rilevata, in questa circostanza, è stata il taglio di un materiale molto resistente e duro.
La transizione verso un’economia di tipo circolare rappresenta uno dei pilastri della politica della Commissione Europea, che si è concretizzata nell’adozione di un Piano di Azione volto proprio ad accelerare la transizione dell’Europa, promuovendo un tipo di crescita economica sostenibile, in cui ciò che cambia radicalmente è il modello di produzione e consumo. Questi, infatti, andranno ad implicare aspetti come la condivisione, il riutilizzo, il ricondizionamento, il riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti, rendendoli vivi per un tempo più lungo. Si intende così sgretolare la logica basata sull’usa e getta in favore di un’estensione del ciclo di vita dei prodotti più a lungo possibile, arrivando a renderli, dove possibile, una risorsa per un nuovo ciclo economico una volta terminata la sua funzione iniziale: i materiali di cui è composto un prodotto, possono diventare nuova materia prima per altri prodotti.
Nell’estate del 2020 si è dato inizio ad un movimento complesso che si inserisce a pieno titolo nelle Agende strategiche Europee e Nazionali, nell’ambito della Manifattura sostenibile. Il progetto MARLIC è nato infatti per dar vita ad una piattaforma collaborativa emersa in riferimento ad alcune delle tematiche specifiche individuate dalla S3 (Smart Specialisation Strategy) della Regione Marche, incentrate sul concetto di Economia Circolare.
In questa cornice, la piattaforma MARLIC finisce per rispecchiare le priorità che la Regione Marche si è data all’interno della Strategia S3. In questo contributo, tuttavia, vogliamo concentrarci in particolare su quella priorità che mette al centro dell’attenzione la promozione e la valorizzazione delle filiere del Made In Italy, attraverso la fertilizzazione reciproca tra diversi settori e la simbiosi industriale.
Il progetto De-Manufacturing – uno dei due sotto progetti che alimentano la piattaforma – ha infatti tra i suoi obiettivi, il recupero di scarti di produzione, di materiali da componenti compositi alla fine del proprio ciclo vitale ed il recupero di materia prima e/o seconda, da cicli di produzione, da poter impiegare nuovamente per la progettazione e realizzazione di nuovi materiali compositi. Si intende quindi concretizzare la filosofia delle 4R, pilastri dell’economia circolare: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero delle risorse.
Il settore dei materiali compositi è stato al centro dell’attenzione della Commissione Europea. Questi materiali trovano ad oggi un vasto utilizzo in diversi settori manifatturieri, perché si presentano molto vantaggiosi sotto certi aspetti, come ad esempio la maggiore resistenza alla corrosione, un peso inferiore rispetto ai metalli, una durata piuttosto elevata.
Tuttavia c’è – come spesso accade – il rovescio della medaglia. Con la crescita della diffusione dei materiali compositi in diversi campi applicativi, emerge il problema del loro riciclo, una difficoltà non da poco se si considera che tali prodotti a fine vita si presentano come un mix di diverse sostanze chimiche non facili da smaltire.
Raccogliere la sfida del recupero e del riciclo dei materiali compositi, risponde quindi ad un’esigenza forte, poiché corrisponderà non solo al miglioramento della sostenibilità ambientale, ma farà registrare importanti ricadute tecnologiche, economiche e sociali. Si potrà infatti, non solo ridurne i flussi, ma anche individuare quelle tecnologie capaci di rendere i materiali compositi di scarto di una produzione, un materiale nuovamente utilizzabile per prodotti o utilizzi in diverse filiere, rispondendo anche alle esigenze, mai attuali come in questo momento storico particolare, di risparmio energetico e nuove risorse.
Delta s.r.l., capofila del progetto De-Manufacturing, si sta muovendo tracciando una doppia traiettoria: da un lato stabilendo collaborazioni con altre aziende partner, nell’ottica della cross fertilization, dall’altro portando avanti studi per la realizzazione di prodotti eco-sostenibili partendo da scarti industriali.
Simonelli Group ha fornito alla Delta uno stampo per permettere delle prove di stampaggio con i nuovi materiali compositi green, per la realizzazione di scocche per macchine professionali per il caffè.
In particolare, sono state formulate ricette green con materie prime di recupero che hanno sostituito le materie prime vergini originali. Tali ricette green sono state impiegate per ottenere delle pareti strutturali di macchine da caffè della Simonelli Group, consentendo così una scocca completamente di recupero.
I risultati della collaborazione tra Delta e Simonelli Group sono due esempi delle possibilità che scaturiscono da quella che a tutti gli effetti si può definire Simbiosi Industriale, laddove del materiale di scarto, frutto della produzione di un’azienda, non chiude il suo ciclo di vita divenendo rifiuto, ma si inserisce nuovamente nel ciclo produttivo, diventando risorsa, materia prima per la produzione di una seconda azienda.
Sinergie virtuose che chiaramente necessitano di studio, sperimentazione, di quella tenacia tipica di chi fa ricerca e che spinge a superare gli inevitabili ostacoli, per arrivare quindi ad un risultato finale pienamente soddisfacente.
Lo scambio che si è stabilito con la Simonelli Group, all’interno del progetto MARLIC non è l’unico esempio.
La Delta, infatti, sta portando avanti diverse altre collaborazioni, alcune in stato ancora embrionale per quanto riguarda i risultati finali, come ad esempio la collaborazione con la HP Composites – altra nota azienda del territorio marchigiano e capofila del progetto – che ha fornito uno scarto di fibra di carbonio per lavorazioni successive. E ancora, le prove di utilizzo che si stanno effettuando su un campione di scarto canapulo fornito dall’ENEA, e le sperimentazioni d’uso per la resina BIO fornita dall’azienda Elantas.
Motore trainante di tutte queste attività è senza dubbio l’Università di Camerino, che conduce analisi e caratterizzazione chimico/fisica degli scarti e dei prototipi ottenuti. La prova dell’innegabile importanza della sinergia tra mondo della ricerca e mondo delle imprese.
Risulta chiaro quindi come, le attività promosse e sviluppate all’interno della Piattaforma MARLIC, siano fautrici di un grande sforzo indirizzato a sostegno del sistema industriale marchigiano, per modernizzarlo e diversificare i prodotti e i processi produttivi nell’alveo tracciato dall’esigenza della transizione verso un’economia circolare.