MACERATA – Calci e pugni in faccia e al torace quando era steso a terra. Sono stati arrestati stamane all’alba gli autori del brutale pestaggio avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato 16 gennaio, si tratta di due albanesi O.F. di 34 anni ed E.J. di 22 anni, accusati di tentato omicidio. La vittima, un 36enne residente a Macerata, si trovava in corso Cavour in compagnia di un amico quando era stato picchiato selvaggiamente, per futili motivi, con calci e pugni da due uomini. A seguito della violentissima aggressione e a causa delle percosse subite, il 36enne, papà di una bambina di pochi mesi, era stato ricoverato all’ospedale di Torrette ad Ancona in prognosi riservata. Sul posto erano intervenute immediatamente pattuglie della Squadra Volante e della Squadra Mobile, quest’ultima guidata dal commissario capo Matteo Luconi. I poliziotti, con il coordinamento del procuratore Giovanni Giorgio e del sostituto Rita Barbieri, avviarono l’attività investigativa raccogliendo le testimonianze delle persone che avevano assistito al pestaggio e visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza posizionate nelle immediate vicinanze del luogo in cui era avvenuta l’aggressione.
A distanza di due mesi, raccolti sufficienti elementi, il pm Barbieri ha chiesto e ottenuto dal gip Claudio Bonifazi l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due, entrambi albanesi regolari sul territorio italiano di 22 e 34 anni e residenti a Macerata, uno dei due già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona. Questa mattina i due sono stati raggiunti nelle rispettive abitazioni e condotti prima in questura per le formalità di rito e poi al carcere di Montacuto ad Ancona. «Con l’arresto dei due responsabili del fatto criminoso commesso in danno di un giovane, padre di una bambina di pochi mesi rimasto gravemente ferito, si chiude l’indagine della polizia di Stato che, con il coordinamento dell’autorità giudiziaria competente, ha espresso una risposta pronta e concreta a favore delle esigenze di sicurezza dei cittadini della provincia di Macerata», ha commentato il questore Vincenzo Trombadore definendo “vigliacca” l’azione di pestaggio compiuta dagli arrestati.
Il procuratore Giorgio ha espresso soddisfazione per «l’ottimo ausilio investigativo alla collega Rita Barbieri» e, in generale, per gli «apprezzabili risultati investigativi» ottenuti nei due fatti di sangue che si sono verificati in provincia di Macerata nel giro di poche settimane l’una dall’altra: l’omicidio di Rosina Carsetti avvenuto il 24 dicembre a Montecassiano sul quale hanno indagato i carabinieri del comando provinciale e l’aggressione al papà 36enne il 16 gennaio scorso. «Siamo in presenza di un fatto brutale, come hanno attestato le poche immagini catturate dalle telecamere – ha aggiunto il procuratore -. Oltre ai due soggetti individuati ci sarebbe un terzo che non è stato ancora identificato ma confidiamo di farlo a breve». Di «cieca violenza» ha parlato il capo della Mobile, Luconi, evidenziando «l’indole spiccatamente violenta dei due aggressori. L’attività investigativa – ha poi aggiunto – si è sviluppata in un arco di tempo abbastanza contenuto, fondamentale è stato il contributo dei testimoni e l’analisi delle immagini registrate dalle telecamere». Nelle indagini, invece, non c’è stato alcun apporto da parte del 36enne che, sentito dagli inquirenti, ha detto di non ricordare nulla, una circostanza ritenuta credibile poiché al momento dell’aggressione il suo tasso alcolemico era abbastanza elevato. A questo punto le indagini proseguono per individuare sia la terza persona coinvolta sia il movente.
«La soddisfazione – ha concluso il procuratore – è quella che per tutte le più tristi vicende accadute a Macerata e in provincia da quando sono qui siamo riusciti a individuare gli autori. Non riusciamo a risolvere e a individuare tutti i responsabili dei reati in provincia ma lo abbiamo fatto per quelli più gravi. In diverse vicende la presenza di sistemi di videosorveglianza ci hanno aiutato a identificare le persone e una grande mano l’hanno data le persone che hanno visto e hanno voluto testimoniare. I maceratesi hanno uno forte senso civico, sono sempre pronti a collaborare con le forze dell’ordine e con la magistratura e questo ci impegna ancora di più a ripagare la fiducia che hanno nei nostri confronti».