Macerata

Cingoli, accusato di truffa sull’affitto di un appartamento: 45enne a processo

Quando la vittima lo aveva raggiunto a casa per chiedergli di restituire i 600 euro consegnati, lui lo avrebbe minacciato di farlo sbranare da un Rottweiler

CINGOLI – Avrebbe simulato di affittare un appartamento a un marocchino facendosi consegnare 600 euro, quando lo straniero si è presentato a casa sua per chiedergli di restituirgli i soldi lui lo avrebbe minacciato di farlo sbranare da un Rottweiler. È accusato di minaccia, truffa (due episodi) e falsità ideologica in atto pubblico un siciliano 45enne che all’epoca dei fatti viveva a Cingoli. E i fatti risalgono tutti al 2017. Secondo l’accusa, sostenuta in aula oggi dal pubblico ministero Raffaela Zuccarini, a giugno l’uomo avrebbe presentato all’Ufficio Anagrafe una richiesta di residenza per una marocchina con una falsa dichiarazione di messa a disposizione di un immobile per la straniera. Per questi fatti è accusato di falsità ideologica in atto pubblico.

Tra aprile e luglio invece sarebbe sceso in Sicilia con tre marocchini facendo credere loro che grazie a dei suoi conoscenti avrebbero potuto prendere facilmente la patente. Gli stranieri avrebbero sostenuto le spese dei viaggi e pagato 2.250, 600 e 1.850 euro per ottenere la patente. Uno dei tre, che avrebbe compilato un test in una camera d’albergo avrebbe ottenuto una patente falsa, gli altri no. A luglio di quell’anno venne fuori che uno straniero era stato denunciato perché trovato con una patente falsa e il marocchino che aveva appena ottenuto il documento l’avrebbe bruciato.

Oggi in Tribunale sono stati sentiti quattro testimoni: il comandante della Stazione dei carabinieri Umberto Paglioni, il proprietario dell’appartamento in cui avrebbe dovuto dimorare la marocchina che ha detto di non saperne niente, disconoscendo anche una firma su un atto, e due stranieri che erano scesi in Sicilia con l’imputato. Uno ha negato di aver pagato per ottenere la patente dicendo che il test fatto in albergo era solo un’esercitazione, l’altro ha detto di essere sceso in Sicilia ma di non aver fatto nulla per avere la patente. L’istruttoria proseguirà il prossimo 25 marzo. I difensori dell’imputato, gli avvocati Giorgio Di Tomassi e Marco Murru, ritengono le contestazioni infondate.