MACERATA – Denunciato un minore per detenzione ai fini di spaccio e segnalati altri tre: la droga circolava tra i banchi di scuola. È il bilancio del servizio “Operazione Scuole Sicure”, portato avanti dal questore di Macerata Antonio Pignataro e dalla Dirigente della Squadra Mobile, la dottoressa Maria Raffaella Abbate.
I poliziotti, in borghese e con la collaborazione dei dirigenti, hanno portato avanti i controlli negli istituti scolastici durante tutta la settimana. Tantissimi i giovani controllati per combattere il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Durante i controlli, uno studente di 16 anni è stato trovato in possesso di un involucro contenente marijuana. I poliziotti hanno quindi avviato le indagini e sono risaliti alla persona che, poco prima, glielo aveva ceduto. Il giovane, anche lui sedicenne, è stato deferito per detenzione ai fini di spaccio. La droga è stata sequestrata e il giovane acquirente è stato segnalato alla locale Prefettura per uso personale. I due ragazzi, dopo le formalità di rito, sono stati affidati ai genitori.
Il giorno successivo gli uomini in divisa hanno registrato un episodio analogo. I poliziotti hanno infatti individuato due giovani intenti a confezionare una sigaretta di marijuana; i due sono stati segnalati alla Prefettura sempre per uso personale. Gli uomini in divisa hanno anche rinvenuto un grinder e delle cartine per il confezionamento delle sigarette.
«L’indifferenza della società è il male peggiore dei nostri tempi – il commento su quanto accaduto del questore Antonio Pignataro -. Ora occorre reagire per evitare che la vita dei nostri ragazzi venga avvelenata e distrutta dalle sostanze stupefacenti». L’attività, spiega il questore, è «a difesa delle giovani generazioni e delle tante famiglie dalle tribolazioni che provano nel vedere i propri ragazzi destinati a cadere nel tunnel della droga e quindi all’autodistruzione».
La Polizia ha messo in campo anche degli incontri con studenti di tutte le età per illustrate ai giovani quali sono le conseguenze dell’uso delle sostanze stupefacenti. L’attività investigativa viene svolta poi all’ingresso dei ragazzi nelle scuole, alla loro uscita ma anche durante le lezioni per evitare «sporadiche irruzioni o consegne di droga da parte di pusher ai ragazzini, che a loro volta, ormai arruolati, sono destinati a spacciare per avere le loro dosi gratuite». Il questore Pignataro ha voluto sottolineare anche la presenza di una «frattura tra il potere politico e la comunità scientifica» in merito alla questione della cannabis light nonostante il parere del Consiglio Superiore di Sanità.
La questura, proprio in relazione allo spaccio dentro e fuori dalle scuole, già da tempo, come detto, conduce «una intensa attività investigativa per stroncare qualsiasi attività di spaccio diretta a ragazzi minorenni, alle volte, come registrato dalle attività di indagine e dai dati delle comunità di recupero per tossicodipendenti addirittura sotto i 12 anni» ha ricordato il questore Pignataro.
«I nostri interventi, che saranno garantiti anche nel futuro e sempre in maniera più incisiva, potranno dare i massimi risultati solo ed esclusivamente con la partecipazione sinergica di tutte le istituzioni coinvolte nelle attività di prevenzione, a cui va il mio plauso per l’impegno profuso fino ad oggi. Un gioco di squadra che deve essere considerato un punto di arrivo, ma allo stesso tempo un punto di partenza per aggredire e sconfiggere il preoccupante e dilagante fenomeno dell’uso e dello spaccio di droghe nelle scuole, che vede i nostri giovani sempre con un’età più precoce affacciarsi al mondo della sballo, come si può rilevare nei reparti di pediatria di ogni ospedale dove si assiste all’aumento dei ragazzi ricoverati a seguito di patologie causate dall’uso di droga – ha evidenziato Pignataro -. Siamo di fronte, purtroppo, ad una società che vuole sempre di più un uso della droga accettato e normalizzato e pertanto ancora una volta chiedo ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, alle famiglie e alle altre figure che lavorano a scuola di adempiere, come sottolinea in ogni occasione il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli, alle proprie funzioni con fedeltà alla Repubblica, disciplina ed onore, in quanto dalla loro capacità di rilevare situazioni anomale, come lo spaccio di droga, può dipendere la vita dei ragazzi, evitando così che tante famiglie possano entrare nella disperazione vedendo i propri figli, a causa della droga, cadere nel tunnel dell’autodistruzione».