Macerata

Montecassiano, omicidio di Rosina Carsetti: fissata l’udienza in Cassazione

Fissata per il 24 aprile l'udienza davanti ai giudici della corte suprema. La figlia e il nipote erano stati ritenuti colpevoli dell’omicidio premeditato pluriaggravato della 78enne

Rosina Carsetti
Rosina Carsetti

MONTECASSIANO – Omicidio di Rosina Carsetti, la 78enne uccisa nella villetta di Montecassiano il 24 dicembre 2020, fissata per il 24 aprile l’udienza in Cassazione.

I giudici della corte suprema decideranno se rivedere oppure confermare quando deciso dalla Corte d’Assise d’Appello di Ancona, che ha riconosciuto la figlia e il nipote della vittima, Arianna Orazi e Enea Simonetti, colpevoli dell’omicidio premeditato pluriaggravato della 78enne condannando la prima all’ergastolo, il secondo a 27 anni. Entrambi, insieme, al marito di Rosina, erano stati condannati anche per i maltrattamenti.

La sentenza del 10 luglio scorso dei giudici dorici aveva riformato in modo importante quella di primo grado della Corte d’Assise di Macerata. Il 6 marzo del 2023 i giudici ritennero unico responsabile dell’omicidio di Rosina Carsetti, il nipote Enea Simonetti condannandolo all’ergastolo, il marito Enrico Orazi, e la figlia Arianna furono assolti da quella accusa. Sia loro sia il nipote furono anche assolti dall’altra accusa che per la Procura era strettamente connessa all’omicidio: i maltrattamenti nei confronti dell’anziana e tutti e tre erano stati ritenuti colpevoli della simulazione di reato (per coprire l’omicidio avevano inventato la storia del ladro entrato in casa, a Montecassiano, la vigilia di Natale, che aveva ucciso la più debole della famiglia e aveva legato marito e figlia mentre il nipote era uscito, a suo dire, per fare la spesa al vicino supermercato dove era rimasto per circa un’ora e mezza). Per i giudici maceratesi quel delitto commesso solo dal nipote non era stato premeditato ma era avvenuto al culmine di un litigio.

La Corte d’Assise d’Appello di Ancona, dopo aver sentito 17 testimoni, aveva ritenuto il delitto non solo premeditato ma commesso in concorso da figlia e nipote.