Macerata

Macerata, il peruviano si difende: «Non l’ho palpeggiata, l’ho solo aiutata ad alzarsi»

Oggi nell'interrogatorio di garanzia il cuoco 36enne ha negato gli addebiti e ha chiesto il permesso per andare al lavoro. È ai domiciliari da mercoledì scorso per violenza sessual

Il tribunale di Macerata

MACERATA – «Non l’ho palpeggiata, l’ho aiutata ad alzarsi e lei si è messa a urlare». Si è difeso così oggi in aula il peruviano 36enne finito agli arresti domiciliari mercoledì scorso con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una studentessa universitaria di 24 anni. Oggi in aula l’uomo, che lavora temporaneamente come cuoco a Rimini, ha respinto gli addebiti dando la propria versione dei fatti.

Quella della vittima era stata messa nero su bianco davanti agli agenti della questura: il pomeriggio del 3 luglio scorso, dopo aver sostenuto un esame ed essere stata alla laurea di un amico, era tornata a prendere la propria auto parcheggiata in via Carradori. Poco prima di arrivare alla macchina era stata afferrata improvvisamente alle spalle da un uomo dalla carnagione olivastra che le aveva infilato le mani nei pantaloni palpeggiandola violentemente. Per cercare di liberarsi dalla presa si era accasciata a terra urlando e chiedendo aiuto. Erano state le grida disperate della 24enne a far desistere l’aggressore che era scappato via per le scalette che portano in via Ettore Ricci.

Sulla base della denuncia della vittima, delle testimonianze di persone che avevano sentito le urla e avevano visto l’uomo scappare via e di altri riscontri, il pm aveva chiesto e ottenuto dal gip l’emissione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il peruviano, che lavora come stagionale a Rimini, mercoledì scorso era già nel comune romagnolo quando gli agenti hanno eseguito la misura.

Oggi ha raggiunto il Tribunale di Macerata e ha deciso di sottoporsi a interrogatorio. Al gip Giovanni Maria Manzoni ha detto che quel pomeriggio stava correndo perché doveva prendere l’autobus per tornare a casa quando aveva visto una ragazza a terra. Si era quindi avvicinato per aiutarla a rialzarsi e per farlo le aveva messo le mani sui fianchi. La giovane però si sarebbe messa a urlare e lui si era allontanato di fretta per non perdere l’autobus.
Per quanto riguarda la misura, il difensore, l’avvocato Lucia Pettinari, ha chiesto che venisse concesso il permesso per recarsi al lavoro e sul punto il giudice si è riservato.

Ti potrebbero interessare