Macerata

«Molestò una 14enne a Recanati»: pakistano condannato a un anno e due mesi

Il fatto risale all'8 settembre 2018 ed era avvenuto all'interno di un negozio kebab di cui l'imputato (che nel frattempo è tornato in Pakistan) era titolare

Il tribunale di Macerata

RECANATI – Un anno e due mesi di reclusione, pena sospesa, è la condanna inflitta oggi dal collegio del Tribunale di Macerata, presieduto dal giudice Andrea Belli, a un pakistano di 36 anni. L’uomo, che doveva rispondere di violenza sessuale, era accusato di aver molestato una 14enne che l’8 settembre del 2018 era entrata nel suo negozio kebab per acquistare un panino, a Recanati (Mc).
Secondo l’accusa il titolare si sarebbe avvicinato alla minore e le avrebbe sfiorato il sedere, poi le avrebbe mostrato delle immagini pornografiche sul cellulare e quando la minore stava per allontanarsi le avrebbe preso una mano accarezzandola sotto il palmo e chiedendole un bacio. La minore, spaventata, era andata via e una volta tornata a casa aveva raccontato l’accaduto ai familiari.

Oggi il processo a carico del 36enne (che nel frattempo ha lasciato Recanati ed è tornato in Pakistan) è stato discusso: il pubblico ministero Enrico Barbieri ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, con il riconoscimento del 3° comma, il fatto lieve.

L’avvocato Piergiorgio Moretti

L’avvocato di parte civile Piergiorgio Moretti, si è associato alla richiesta di condanna esortando i giudici a leggere i fatti «tenendo presente che sono avvenuti di fronte e nei confronti di una bambina».

Il difensore, l’avvocato Ombretta Mariani, ha concluso la propria arringa chiedendo l’assoluzione. Per il legale non ci sarebbe stata l’intenzione dell’imputato di coartare la volontà della minore e lo sfioramento del sedere della 14enne sarebbe stato involontario. All’esito della camera di consiglio il collegio ha condannato l’imputato a un anno e due mesi, pena sospesa. Il risarcimento (la parte civile aveva avanzato la richiesta simbolica di 7.000 euro) dovrà invece essere quantificato in sede civile. «Una sentenza equilibrata ma non rapportabile alla gravità dei fatti avvenuti», ha commentato l’avvocato Moretti che ha poi aggiunto: «La sofferenza di questa ragazza non è ripagabile con alcuna sentenza di condanna. Peraltro il risarcimento richiesto è di una nobiltà assoluta perché sarebbe stato devoluto in parte allo Sportello donna e in parte alla Società operaia di mutuo soccorso di Recanati».

«Bisogna capire come i giudici hanno motivato – è stato il commento dell’avvocato Mariani -, sicuramente è stato riconosciuto il fatto lieve. Aspetteremo di leggere le motivazioni per valutare un eventuale appello».

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