MACERATA – Cerca di colpire i poliziotti con una lastra di cemento, schiva gli elettrodi del Taser, aggredisce un agente con una piastrella di cemento e si allontana. Arrestato per resistenza e lesioni, oggi un gambiano di 30 anni senza fissa dimora è stato condannato a tre anni e 20 giorni in abbreviato. In aula, al giudice Domenico Potetti, ha detto di essersi sentito aggredito quando i poliziotti gli hanno chiesto con insistenza i documenti di identità e se avesse droga con sé: «Ho preso la lastra, gliela volevo spaccare in testa». Oggi, dopo la sentenza, quando gli è stato comunicato che lo avrebbero portato in carcere ha sbottato: «Perché? Non ho fatto niente».
Tutto è successo ieri mattina verso le 11.30 quando i poliziotti della Squadra Volante sono intervenuti in piazza Nazario Sauro dove diverse persone avevano segnalato un extracomunitario che prendeva a calci le auto in transito alla rotatoria davanti alla piazza. Una volta individuato, gli agenti lo avevano avvicinato ma lo straniero si era allontanato in direzione di viale Trieste, era stato raggiunto ma lui aveva iniziato a inveire e a gesticolare.
Il gambiano si era quindi seduto ad un tavolino esterno del bar La Pistacoppa, i poliziotti lo hanno raggiunto e gli hanno chiesto di nuovo i documenti. Quello che è accaduto poi è stato registrato nitidamente dalla telecamera posta in piazza Mazzini: il giovane si è alzato improvvisamente per andare via, un agente lo ha avvicinato, lo ha toccato ed è scoppiato il caos. Il gambiano ha accelerato il passo, ha preso una grossa lastra di cemento di 10 chili e ha minacciato di lanciarla contro i poliziotti, un agente ha estratto il Taser e ha esploso la prima scarica ma i dardi sono finiti contro la lastra che lo straniero ha scagliato contro i poliziotti senza colpirli.
A quel punto lo straniero ha preso un’altra mattonella di cemento, il poliziotto ha utilizzato di nuovo il Taser ma solo uno degli elettrodi ha raggiunto il gambiano che si è scagliato contro il poliziotto. L’agente si è spostato tra due auto in sosta e lì lo straniero lo ha colpito con la mattonella ad un braccio prima di fuggire per i giardini di via Isonzo dove è stato raggiunto dalla pattuglia e dai carabinieri intervenuti in supporto. Il gambiano è stato quindi arrestato per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo l’intervento i due poliziotti sono finiti al pronto soccorso, uno si è fatto male alla caviglia l’altro ha riportato traumi a un braccio e a una gamba. Per entrambi la prognosi è stata di sette giorni.
Oggi il 30enne è stato condotto in Tribunale per la convalida dell’arresto e il conseguente giudizio direttissimo e durante tutta l’udienza è rimasto ammanettato per evitare che potesse avere reazioni come quelle del giorno precedente. Difeso dall’avvocato Antonio Renis il gambiano ha voluto dare la propria versione dei fatti: ha rivendicato di non aver fatto niente, di essersi sentito aggredito dall’insistenza con cui i poliziotti gli avevano chiesto i documenti aggiungendo che la lastra di cemento: «Gliela volevo spaccare in testa» (al poliziotto, ndr).
Il 30enne non ha voluto patteggiare, scegliendo il rito abbreviato: il pm Francesca D’Arienzo ha chiesto 4 anni, il giudice Potetti lo ha condannato a tre anni e 20 giorni, disponendo la misura cautelare in carcere e l’espulsione a pena espiata.