TOLENTINO – Accusato di plurimi episodi di spaccio, questa mattina il 20enne di Tolentino finito mercoledì ai domiciliari ha deciso di rispondere alle domande del gip, ridimensionando i fatti che gli vengono contestati.
Difeso dal legale Giorgio Di Tomassi l’operaio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha voluto precisare che i quantitativi di hashish spacciati erano di molto inferiori a quelli che la Procura gli contesta. «Eravamo un gruppo di amici – ha riferito il giovane al gip Giovanni Manzoni –, uscivamo spesso insieme e spesso la droga la consumavamo insieme. Io ero l’unico che lavorava e quindi capitava che la compravo io per tutti, spesso non li facevo neanche pagare».
In base a quanto contestato dagli inquirenti gli accordi sui quantitativi di droga da acquistare e i luoghi dove cederla venivano presi attraverso messaggi inviati su WhatsApp soprattutto, ma anche su Instagram.
Per gli investigatori sarebbero stati usati anche nomi in codice come “pizzette” e “paste al cioccolato” per indicare l’hashish, ma anche su questo il giovane ha voluto precisare: «Le paste al cioccolato erano davvero paste al cioccolato, il messaggio era delle 3.30 del mattino, siamo andati veramente a fare colazione».
Il giovane ha anche dichiarato che dal giorno del controllo (il 18 novembre 2023), da cui poi era partita l’attività investigativa che ha portato all’emissione della misura cautelare degli arresti domiciliari, si era tirato fuori da quella situazione: «Ho troncato ogni rapporto con quell’ambiente».
Al termine dell’interrogatorio il difensore ha chiesto la sostituzione della misura in una meno afflittiva o in subordine il permesso per andare a lavorare, su questo il giudice si è riservato di decidere. In merito alle contestazioni l’avvocato ha anche voluto puntualizzare che: «Ho letto che si parla di 900 dosi spacciate per un guadagno di circa 7.000 euro, voglio precisare che le cessioni contestate sono 92 per un totale di 811 grammi con un guadagno stimato dai carabinieri di 5.726 euro».