TOLENTINO – Erano accusati in concorso di tre truffe consumate e una tentata due napoletani di 23 e 21 anni condannati oggi a due anni e dieci mesi ciascuno. La tecnica utilizzata era quella del finto incidente stradale.
In base a quanto contestato dalla Procura di Macerata i quattro episodi sarebbero avvenuti il 14 giugno dello scorso anno, a partecipare sarebbe stato anche un terzo complice rimasto ignoto e che sarebbe l’autore materiale delle telefonate alle vittime.
Sarebbe stato lui a chiamare una 84enne dicendole che la figlia aveva avuto un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto anche il genero e per chiudere l’iter giudiziario avrebbe dovuto consegnare tutto l’oro che aveva in casa a una persona che sarebbe passata a casa sua di lì a poco. Il 23enne andò dall’anziana facendosi consegnare le fedi e altri gioielli mentre il 21enne aspettava fuori in auto (una Fiat Panda) facendo da palo. Lo stesso giorno il 23enne era andato anche a casa di una 77enne, in quel caso però si era presentato come maresciallo dei carabinieri. Il complice che aveva chiamato prima del suo arrivo aveva raccontato alla vittima che il figlio aveva investito una donna che stava attraversando le strisce con un passeggino e un bambino. Per evitare la denuncia avrebbe dovuto pagare 6.800 euro. Ma l’anziana in casa non aveva tutti quei soldi così con il marito aveva dato quello che avevano: 2.900 euro e una catenina d’oro.
Il “telefonista” aveva chiamato anche una 72enne spacciandosi per carabiniere, all’anziana aveva detto che il marito era stato arrestato dopo aver investito una donna con un bambino, per farlo uscire servivano 4.000 euro. Lei ne aveva consegnati 1.600, ma siccome non erano sufficienti aveva aggiunto diversi monili in oro.
Non è andata a buon fine, invece, la truffa a un 72enne a cui, anche in quel caso, era stato detto che il figlio aveva investito una donna con un bambino e per non avere problemi giudiziari avrebbe dovuto pagare 7.500 euro. Prima che i due arrivassero a casa sua, però, l’anziano era andato da un vicino e da lì aveva chiamato il figlio che lo aveva rassicurato dicendogli che non aveva avuto alcun incidente.
Questa mattina il procedimento a carico dei due napoletani è stato discusso con rito abbreviato: il pubblico ministero Stefania Ciccioli ha chiesto la condanna per entrambi a due anni e due mesi, il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Maria Manzoni li ha condannati a due anni e dieci mesi. Una delle vittime, all’epoca 84enne, era parte civile con l’avvocato Narciso Ricotta.