ANCONA- 14 anni di servizio per il maresciallo Giordano Novelli presso il Nucleo TPC di Ancona, ed ora il trasferimento come addetto alla Stazione Carabinieri di Cupramontana (AN).
Novelli, nativo di Apiro (MC), 47 anni, si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri nel 1991. La sua attività professionale si è sviluppata tra le regioni Marche ed Emilia Romagna, ove è stato in forza a Stazioni e Nuclei Operativi fino al 2006 anno in cui, dopo un corso di specializzazione in materia di tutela dei beni culturali, è entrato a far parte dei “Carabinieri dell’arte”.
Durante tutta la sua carriera si è sempre distinto per le sue doti di onestà, umanità, serietà e professionalità. Tante le operazioni a cui ha partecipato e che ha portato avanti in prima persona. Una tra tutte quella denominata “pellegrinaggio criminale” ove ha individuato dei soggetti dediti ai furti in chiese dell’Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Piemonte. Attività conclusa con l’arresto dei rei e il recupero della refurtiva costituita da preziose corone, calici, pissidi e gioielli che adornavano le sculture presenti in varie chiese.
È stato uno dei Carabinieri che ha individuato in una biblioteca americana il “Messaletto” di Apiro, prezioso volume del XII secolo, reliquia di San Domenico Loricato, rubato da Frontale di Apiro nel 1925 e per cui è in corso una rogatoria internazionale da parte dell’A.G. di Macerata tesa al recupero del bene che si trova in una biblioteca americana.
Infaticabile la sua attività nelle zone colpite dal sisma del 2016: il 24 agosto si trovava ad Arquata e Pescara del Tronto, ha collaborato alle ricerche dei dispersi per poi occuparsi con incessante e instancabile lavoro al recupero di beni culturali dai luoghi feriti dal sisma. A Novelli si deve anche il recupero della Madonna delle Rose di San Placido di Ussita (MC), una scultura in terracotta del XVI secolo andata in frantumi dopo il sisma. Il Maresciallo ha infatti raccolto oltre 500 frammenti che giacevano tra le macerie, poi ricomposti dall’Istituto Centrale per la Conservazione e il Restauro hanno permesso di far rinascere “La Madonna delle Rose” a cui sono molto legati gli abitanti di San Placido rendendola segno di speranza e rinascita per una intera comunità.