MONTECASSIANO – Questa mattina 2 aprile i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Macerata hanno dato esecuzione all’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame aveva disposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Enrico Orazi, il 79enne marito di Rosina Carsetti, accusato dell’omicidio pluriaggravato della moglie in concorso con la figlia Arianna e il nipote Enea Simonetti.
Verso le 10 i militari hanno raggiunto il 79enne nell’abitazione del figlio Enea a Corridonia, lo hanno accompagnato a Macerata in via Roma all’esercizio commerciale del figlio, poi al suo negozio di autoricambi di via Rosati (attualmente “chiuso per ferie” così è scritto sul cartello affisso all’esterno, Ndr) e successivamente è stato portato in caserma per le formalità di rito prima di essere condotto a casa del figlio dove resterà in regime di domiciliari per 60 giorni (la villetta dove è avvenuto il delitto il 24 dicembre scorso è ancora sotto sequestro, Ndr). Lo scorso 12 febbraio, su ordine del gip Giovanni Maria Manzoni, la figlia Arianna e il nipote Enea finirono in carcere, lei a Villa Fastiggi a Pesaro e lui a Montacuto ad Ancona. Il giudice, invece, non dispose alcuna misura nei confronti dell’anziano ritenendolo figura marginale nel delitto (pur riconoscendo la gravità delle sue condotte). Contro questa decisione la procura presentò ricorso ai giudici del Tribunale del Riesame di Ancona. I magistrati dorici accolsero il ricorso della procura disponendo i domiciliari a carico di Enrico Orazi, ora l’ordinanza è diventata definitiva ed è stata eseguita questa mattina.
«Pur ritenendo le motivazioni dell’ordinanza del Riesame non condivisibili e impugnabili in Cassazione – ha commentato l’avvocato Andrea Netti che insieme alla collega Valentina Romagnoli difende i tre indagati per l’omicidio di Rosina – teniamo conto del fatto che il provvedimento ha una durata di 60 giorni e per questo motivo riteniamo che non sia opportuno impugnarla. Oggi l’attività commerciale è comunque chiusa, quindi trascorrere 60 giorni a casa è il male minore in questa situazione. Aspettiamo l’esito degli esami dei Ris di Roma prima di tirare una linea definitiva sulla linea difensiva».