MACERATA – Ancora un addio per il Macerata Opera Festival. Dopo la direttrice artistica Barbara Minghetti che la settimana scorsa ha mandato una mail al consiglio di amministrazione dello Sferisterio per ringraziare del lavoro fatto e ugurare il meglio per il futuro, adesso è la volta del direttore musicale Francesco Lanzillotta annunciare che non sarà “più della partita”. Anche il direttore musicale, infatti, era in attesa di capire se il Cda gli avrebbe proposto un prolungamento del contratto, oramai scaduto il 30 settembre, così come quello della Minghetti. Ma, visto che la politica ancora non decide e sembrano essere arrivate più offerte da altri teatri, anche Lanzillotta ha rotto il silenzio.
E lo ha fatto con un addio a cuore aperto sulla sua pagina Facebook, da cui traspare tutto il suo attaccamento allo Sferisterio, dove è rimasto per quattro anni. «Quando ci incontrammo per la prima volta tutti e tre (con Barbara Minghetti e il sovrintendente Luciano Messi, ndr), capimmo subito che avremmo potuto condividere qualsiasi tipo di decisione. Il festival doveva avere un’identità forte, nuova, fresca, proiettata al futuro – scrive Lanzillotta -. Doveva però essere una grande famiglia in cui ogni artista riuscisse a dare il meglio, sentendosi accolto, così come la comunità maceratese aveva accolto noi. Con Barbara e Luciano abbiamo passato quattro anni incredibili. Ricordo che dopo la prima stagione con il successo enorme de “Il flauto magico” e de “L’elisir d’amore”, ci guardammo in faccia come per dire “E adesso che ci inventiamo per superarci?”. E, invece, arrivò il festival del 2019 #rossodesiderio con nove sold out su dodici recite e la nomina fra i sei migliori festival al mondo. Quattro anni di cui due in piena pandemia, ma la forza e la voglia di tutti noi è rimasta la stessa. Da questa forza è nato #biancocoraggio con un “Don Giovanni” incredibile e la celebrazione dei 100 anni dell’arena con una nuova produzione di “Aida”».
Ma ora un ciclo si è chiuso e non possono mancare i ringraziamenti a tutti quelli che hanno creduto e lavorato al progetto. «Il Macerata Opera Festival è stata un’esperienza di vita che mi ha fatto crescere, come artista e come uomo; è stata la consacrazione di un ideale, un percorso affascinante. Le lacrime di tutti noi a fine festival, non le scorderò mai – conclude il direttore musicale -. Un micro mondo che piangeva, consapevole di aver costruito qualcosa di importante. Perché quando si parla di Macerata e del Mof, si parla di amore. Sono stati quattro anni fantastici, fra poco inizierà una nuova avventura, ma ne parlerò a tempo debito. Prima, però, non posso non ringraziare ognuna delle persone che ha collaborato con noi. Più di cinquecento a stagione! Senza dimenticare ovviamente la Filarmonica Marchigiana e il Coro Bellini con Martino Faggiani. E grazie ai miei meravigliosi compagni di viaggio, Luciano e Barbara. Ci hanno soprannominato “Il trio delle meraviglie”. Non so se lo siamo stati davvero, di certo ci siamo meravigliati ogni giorno come dei bambini vedendo il festival crescere di anno in anno. Ciao Macerata, con tutto il mio amore».