Nuova discarica in provincia di Macerata: i sindaci dei comuni interessati continuano a ribadire la loro contrarietà sul progetto. L’avvio di un percorso per individuare le possibili nuove sedi della discarica nel territorio è partito alcuni anni fa per aggiungere un secondo impianto a quello esistente e in funzione di Cingoli, che è prossimo alla chiusura per esaurimento. Sono quindi stati incaricati dei tecnici di redigere dei criteri che consentissero una scelta oggettiva e tra i comuni individuati ci sono quello di Corridonia, Recanati, Camerino, Pollenza, Sant’Angelo in Pontano, Macerata.
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Lunedì (7 settembre), a Cantagallo, si è svolta un’assemblea pubblica per parlare del tema; Pollenza infatti è tra i comuni interessati come probabile sito della nuova discarica. La Provincia ha consegnato infatti ai comuni dove sono localizzate le 70 aree rimaste una griglia unica, uguale per tutti, attraverso la quale effettuare i piani di dettaglio dei siti individuati come potenzialmente idonei per ospitare la nuova discarica di appoggio all’attività del Cosmari. Da tutti gli intervenuti è emersa la forte contrarietà, non negoziabile, alla realizzazione della discarica nonché dubbi e perplessità sono emersi in merito alla procedura seguita fin qui dall’Assemblea d’Ambito per l’individuazione di queste aree.
Il primo cittadino ha rassicurato i residenti, visibilmente preoccupati, sul fatto che ferma è e sarà anche la contrarietà del Comune. «Non possiamo sottrarci al confronto in sede di ambito finalizzato a trovare una soluzione al problema rifiuti, un problema che riguarda tutti e per cui tutti devono fare la loro parte, ma è proprio ed innanzitutto per questo che riteniamo che Pollenza sotto questo aspetto abbia già dato e stia facendo abbondantemente la propria parte – ha detto il sindaco Mauro Romoli -. Tutti sanno che Pollenza ospita da oltre 30 anni il Cosmari, l’unico impianto di smaltimento e recupero di tutti i rifiuti urbani della Provincia, che solo formalmente ricade sotto il Comune di Tolentino ma essendo adiacente al nostro territorio fa ricadere le sue negatività tutte su di noi. Riteniamo che sotto il profilo del carico ambientale Pollenza sia da troppo tempo fortemente sotto stress e non è nemmeno realisticamente ipotizzabile la realizzazione di una discarica in questo territorio. Nell’ottica corretta di gestire come ambito i rifiuti sono altri i Comuni che ora devono fare la propria parte.
Ci sono tanti altri motivi, tecnici e politici, che motiveremo adeguatamente e con dovizia di particolari nelle sedi opportune, ma intanto deve essere chiaro che il Comune farà fino in fondo tutto quanto necessario e per impedire che Pollenza diventi l’unico territorio a farsi carico dei rifiuti di tutta la Provincia di Macerata».
Anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia ha ribadito il proprio “no” alla discarica e ha sottolineato «l’esclusione di alcuni Comuni che non sono stati minimamente presi in considerazione quali aree per la nuova discarica. Rispetto alla scorsa volta, mi pare che questa sia una posizione condivisa anche da tanti altri Comuni presenti. Data la complessità e la corposità della relazione da redigere, è stata evidenziata la necessità di avere a disposizione tempi più lunghi per poter produrre gli elaborati tecnici completi, a dimostrazione della inidoneità delle aree evidenziate nei propri Comuni, nonostante da parte di Camerino ci sia stata già un’ampia relazione che evidenzia dettagliatamente tutti i motivi e i fattori per cui non la nostra area debba essere esclusa».
Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale uscente dei Verdi Sandro Bisonni. «Recentemente si fa un gran parlare della futura discarica provinciale di Macerata, ed ecco che, per racimolare qualche voto, numerosi politici si promuovono come difensori del territorio dell’ultima ora e cercano soluzioni alternative vecchie di 50 anni. Mi riferisco a chi pensa di sostituire la discarica con un inceneritore o termo-valorizzatore, come in genere viene chiamato per indolcire la pillola, tralasciando però alcuni particolari».
«Primo che, poiché la massa si conserva e non si può distruggere, il termo-valorizzatore non elimina la discarica ma al contrario ne crea tre: una in aria (che ci respiriamo), una in terra (equivalente se non peggiore di quella che si vorrebbe evitare), una in acqua (con le acque reflue); per avere evidenza di questo basterebbe che questi politici leggessero quanto riportato nero su bianco nel Piano d’Ambito provinciale per la gestione dei rifiuti – ha continuato Bisonni -. Secondo che le tre discariche generate dai termo-valorizzatori generano pressioni ambientali enormi che persistono per decine e decine di anni con rischi per la salute di notevolissima preoccupazione. Terzo che il termo-valorizzatore, senza incentivi pagati con le nostre tasse, non si sostiene economicamente e che quindi come sistema Paese non ci fa arricchire ma al contrario ci impoverisce. Quarto che il termo-valorizzatore è in antitesi al percorso virtuoso delle 3R (riduzione, riuso, riciclo) in quanto perennemente affamato di rifiuti e che quindi se fosse realizzato presto o tardi vanificherebbe tutti gli sforzi fino ad ora compiuti in quella direzione».
«Il giusto stupore dei cittadini che si sono svegliati con la notizia della discarica provinciale sotto casa è colpa di una insufficiente partecipazione democratica che l’ATA e la Provincia avrebbero dovuto mettere in piedi prima di individuare i 70 possibili siti idonei; qui a mio avviso l’errore più grave – conclude il consigliere dei Verdi -. Personalmente rifuggo dalla demagogia elettorale sicuro che l’unica via possibile da percorrere sia quella dell’economia circolare verso la quale dobbiamo accelerare e non retrocedere puntando verso un futuro sostenibile e non verso la preistoria come qualche politico, poco informato e per nulla competente, vorrebbe farci regredire».