Macerata

Discarica in provincia di Macerata, il comune di Camerino presenta il ricorso al Tar

Nel frattempo gli altri comuni interessati dalla probabile realizzazione hanno promosso i rispettivi Comitati per dire "no" al progetto approvato a giugno dall'ATO3

Immagine di repertorio

Nella città ducale il mandato è stato affidato all’avvocato Fabio Pierdominici e il comune ha avviato le pratiche contro l’Assemblea Territoriale d’Ambito ATO 3 Macerata dopo che, nelle ultime riunioni, sono stati approvati i criteri localizzativi per l’individuazione delle aree idonee per l’impianto della discarica, nonostante non siano rispettati una serie di fattori che renderebbero irrealizzabile la discarica nella città ducale e nelle zone sismiche. Il comune di Camerino ha presentato quindi un ricorso al Tar contro la discarica che sarà realizzata in uno dei circa 80 siti individuati tra alcuni comuni maceratesi e che andrà a sopperire all’esaurimento della discarica di Cingoli che è previsto nel 2021-2022.

«Purtroppo si sono rivelati infruttuosi i ripetuti confronti, pur puntualizzando i numerosi vincoli e le esigenze di tutela di beni primari quali l’uso del suolo, la tutela della popolazione, delle risorse idriche, la prevenzione contro dissesti e calamità, la tutela dell’ambiente naturale e dei beni culturali e paesaggistici – ha detto il sindaco di Camerino Sandro Sborgia -. Abbiamo ritenuto necessario contrastare questo progetto. Nel corso della riunione avevo anche esortato l’assemblea a escludere le zone colpite dal terremoto dal novero di quelle da individuare ai fini della collocazione della discarica proprio per impedire che le popolazioni colpite dal sisma fossero ulteriormente gravate dagli effetti negativi che inevitabilmente produrrebbe la collocazione di una discarica».

All’assemblea è stata sottoposta la metodologia seguita per la definizione dei criteri che dovranno consentire di individuare l’area sede del futuro impianto di discarica. Fatto il punto sui diversi aspetti, il comune di Camerino ha espresso il proprio voto contrario per entrambi i provvedimenti, ritenendoli radicalmente viziati e quindi non condivisibili. I punti in particolare del ricorso al Tar sono: il livello di sismicità tale da comportare la classificazione 1° doveva imporre un trattamento differenziato comportante l’esclusione o comunque una inclusione prettamente residuale; la considerazione delle sole aree di estensione superiore ai 30 ettari – non è imposta da alcuna norma – è del tutto illogica e arbitraria nella sua eccessività.

Una soglia di estensione così elevata ha comportato l’esclusione di numerose aree site nelle zone collinari o di pianura penalizzando i comuni montani e fra questi quello di Camerino. Eguale penalizzazione dei comuni montani è stata attuata con l’alterazione dei tempi di percorrenza calcolati con Google che rappresentano una metodologia non appropriata ai mezzi pesanti e alle strade di montagna. I tempi reali (sempre che il transito non risulti addirittura impossibile) avrebbero comportato un consistente decremento del connotato della baricentricità per tutti i siti individuati a Camerino.

Ma non solo Camerino si sta muovendo per far sì che la discarica non si realizzi nel proprio territorio comunale. Tra i comuni individuati dall’Ato 3 ci sono anche Recanati e Montefano; nelle due città si è costituito un Comitato per dire “no” alla realizzazione presieduto da Fabio Lanari. «Qui a rischio c’è il colle che ispirò Giacomo Leopardi – spiegano i promotori che hanno lanciato anche una petizione che ha raccolto circa 3mila firme -. L’ennesima proposta di discarica, l’ennesimo approccio e nessuno studio per alternative green già adottate in Europa e in altre regioni italiane; come la nascita di un’alternativa “rifiuti zero” seguendo la Zero Waste International Alliance, che possa salvare tutti noi senza spostare il problema da collina in collina».

L’incontro del Comitato a Corridonia

Anche il Comitato Corridonia Green No Discarica, presieduto da Andrea Germondari, si è schierato sull’argomento e ha avviato la raccolta firme per la diffida che ha raggiuto oltre 50 adesioni. «La nostra è un’organizzazione di volontariato e biodegradabile dato che, appena raggiunto lo scopo, verrà sciolta – spiegano i promotori -. Il comitato ha come finalità quella di mettere in campo tutte le azioni, consentite dalla legge, utili e necessarie a scongiurare la possibile realizzazione della discarica provinciale di rifiuti a Corridonia. Come primo passo abbiamo iniziato promuovendo la diffida rivolta ai decisori pubblici affinché non venga danneggiata la proprietà privata e l’attività economica».

Stessa situazione ad Apiro dove si è costituto il comitato Proteggiamo Apiro e Dintorni presieduto da Alessandro Pagliuca. «Il comitato nasce con l’obiettivo di tutelare l’ambiente, la cultura, la storia di Apiro e dei comuni circonvicini. Obiettivo primario è impedire la nascita di qualsiasi discarica, inceneritore o impianto impattante sulla salute e l’ambiente di questo territorio – hanno sottolineato i promotori -. Il comitato è intercomunale perché non abbiamo niente da dividerci se non una gran mole di lavoro nell’interesse della collettività quindi più siamo e meglio è».