CIVITANOVA – Un sabato sera così non lo si vedeva da due anni. Ristoranti pieni e nei locali torna il discodancing. Dall’11 febbraio il governo nazionale ha sancito il via libera all’intrattenimento danzante, ma con alcune misure di sicurezza: capienza al 50% al chiuso e 75% all’aperto. Mascherine sempre indossate, tranne quando si balla e mentre si sorseggia un drink. Dunque non è il liberi tutti che gli operatori del settore si auguravano. Però è un buon punto di partenza che consente di guardare con più fiducia al futuro, in vista della bella stagione in arrivo.
Tutti in pista
L’attesa è finalmente finita. La movida si riaffaccia nei locali della riviera. E a Civitanova lo scorso weekend ha fatto ricordare addirittura il periodo pre-covid.
«Si è vista tanta gente e c’è voglia di tornare a divertirsi» racconta Aldo Ascani, gestore e direttore artistico de La Serra risto-show. Dal lungomare ai posti più vissuti della città l’affluenza è stata delle migliori. «Mi è sembrato di percepire che non ci sia più quella paura che fino a qualche tempo fa teneva le persone chiuse in casa – continua Ascani – lavoriamo nel pieno rispetto delle regole e il pubblico si sente tutelato». Buona la prima, dunque, stando a quanto si è visto durante questo primo fine settimana di ritorno ad una pseudo-normalità. Ma la prova che il settore dell’intrattenimento dovrà superare sarà quella della lunga distanza. Infatti, per recuperare l’ammanco di circa due anni di inattività, i locali da ballo si augurano di andare incontro ad una stagione da grandi numeri.
Le regole
Ci vorrà ancora del tempo prima di far crollare del tutto le restrizioni che ancora regolamentano la quotidianità. Ma l’ottimismo non manca e si guarda con una certa speranza la data del 31 marzo, ultima proroga dell’emergenza sanitaria. «Nonostante il contingentamento delle presenze, si lavora con una certa serenità – spiega Ascani – ho visto tanti locali pieni, per ciò che è concesso dalla normativa vigente. Ad ogni modo è bello vedere che dappertutto ci sia così tanta voglia di riappropriarsi della normalità». Capienze ridotte, però, vuol dire anche incasso dimezzato. «Questo è vero – puntualizza Ascani – ma come si dice: chi si accontenta, gode. Di fatto aspettiamo di vedere che cosa succederà dopo il 31 marzo. Ovviamente speriamo di poter affrontare un’estate con i locali al 100% del loro potenziale». Insomma, è stato messo il piede sull’acceleratore. Adesso bisogna solo calibrare l’affondo. Al momento si va a velocità ridotta. Ma il settore conta nella sgasata dalla primavera in poi. «Basti pensare che in questo stesso periodo nel 2020 avevamo ugualmente 60mila contagi al giorno, ma eravamo chiusi dentro le nostre case in pieno lockdown – ricorda Ascani – ora siamo in una fase di pieno controllo della situazione e di convivenza con il virus. Inutile dire che siamo fiduciosi di poter riacquistare la normalità a stretto giro».