Il Dpcm firmato lo scorso 3 dicembre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha stabilito che, salvo deroghe degli ultimi minuti, nei giorni di festa – in particolare Natale, Santo Stefano e Capodanno – non sarà possibile spostarsi tra Comuni. Chiaro che se parliamo di città come Roma, Milano ma anche Ancona e Macerata, il comune comprende parecchi chilometri, ma se ci riferiamo ai paesi più piccoli, che prevalentemente popolano l’entroterra delle Marche, in alcuni casi le limitazioni sono particolarmente stringenti.
La provocazione è stata lanciata dall’ex vice sindaco di Sarnano Francesco Ceregioli che sul suo profilo social ha pubblicato la foto di una strada con i rispettivi abitati da un lato e dall’altro osservando che nella parte sinistra ci sono edifici che fanno parte del comune di Sarnano mentre nella parte destra il comune è Sant’Angelo in Pontano. «Quindi qui il 25, 26 e 1° gennaio sarà vietato attraversare la strada?» si domanda l’ex sindaco.
Chiaro che la volontà non è quella di non rispettare le regole ma evidenziare un’assurdità che riguarda soprattutto la situazione delle persone anziane che, se abitano in un comune diverso e confinante rispetto a quello dei propri familiari, sono costrette a passare il Natale da sole.
«Le regole vanno assolutamente rispettate – ha detto il primo cittadino di Ripe San Ginesio, circa 830 abitanti, Paolo Teodori -. Chiaro che il non potersi spostare in comuni come i nostri è un po’ imparziale se pensiamo a città come Roma o Milano ma anche Macerata o Civitanova; il nostro comune come tanti altri dell’entroterra vive questa situazione. Penso anche alle attività di ristorazione che potrebbero rimanere aperte nei giorni designati ma devono attingere a un bacino di utenza molto ridotto e quindi alla fine decideranno, con tutta probabilità, di rimanere chiuse».
«Poi ci sono le persone anziane che potrebbero vivere degli inconvenienti in un periodo come il Natale e potrebbero passare le feste da sole; su questo ci auguriamo almeno che ci sia una deroga – ha continuato il sindaco Teodori -. Una soluzione, che comunque deve sempre fare capo al principio dei non assembramenti, sarebbe quella di poter permettere ai piccoli comuni di spostarsi almeno nei comuni confinanti. Purtroppo queste decisioni sono sintomatiche del fatto che la politica è sempre più lontana dalle esigenze reali della vita delle persone e dei paesi; chi vive a Roma non si rende affatto conto che ci sono realtà come le nostre e questo è drammatico. C’è insomma uno scollamento della politica dal territorio senza pensare al fatto che comuni come i nostri sono anche stati danneggiati dal sisma del 2016».
«Senza dubbio è un aspetto limitante perché i servizi di un piccolo comune, soprattutto montano, non sono paragonabili a quelli di una grande città – ha detto il sindaco di Pioraco, comune del maceratese di circa mille abitanti, Matteo Cicconi -; senza andare troppo lontano basti pensare a Civitanova ma anche Matelica e San Severino. Per il periodo di festività il divieto di spostamento tra comuni lascia qualche dubbio ma è una misura volta alla diminuzione degli incontri familiari e alla conseguente possibilità di contagi. La filosofia dovrebbe essere, per tutti, quella di usare il buonsenso ed evitare comunque gli incontri».
«Le situazioni sono tante e sono complesse e capisco che fare un corpo normativo che sia consono a tutte è difficile se non impossibile – ha concluso il primo cittadino di Pioraco -. Se ognuno di noi attua il buonsenso probabilmente anche tante restrizioni imposte dall’altro non sarebbero nemmeno necessarie. Penso che se dobbiamo arrabbiarci con qualcuno ce la dobbiamo prendere con chi attua atteggiamenti non rispettosi delle regole che mettono a repentaglio la salute di tutti e portano a norme sempre più stringenti e poco equilibrate come questa».