MACERATA- Festa grande per il Capodanno cinese, il nuovo anno inizia proprio oggi, domenica 22 gennaio. Salutato l’anno della tigre, il 2023 è l’anno del coniglio, un animale tranquillo, gentile, elegante e fortunato che fa presagire un anno di pace. Per i cinesi le celebrazioni ufficiali sono già iniziate ieri (21 gennaio) con il cenone della vigilia e proseguiranno per quindici giorni, fino alla Festa delle Lanterne (5 febbraio). Come da tradizione il giorno di Capodanno è usanza visitare i parenti per augurare salute e fortuna.
A Macerata il legame con la cultura cinese è forte e come ormai avviene da diversi anni, l’Istituto Confucio dell’Università di Macerata con il sostegno del Comune, ha organizzato i festeggiamenti in centro storico. L’intervista a Giorgio Trentin, professore UniMc e direttore dell’Istituto Confucio, per conoscere più da vicino questa festa.
Professor Trentin che cosa lega Macerata alla Cina?
«Macerata crea il suo primo legame con la Cina nel 1500 con Padre Matteo Ricci, ancora oggi una figura molto rispettata nello stato asiatico. Padre Matteo Ricci è stato il ponte culturale tra mondo occidentale e Cina ed ha incarnato il principio di interculturalità che per noi, ancora oggi, è fondamentale. È stato una figura chiave per capire il rapporto tra Macerata, le Marche e la Cina. Arrivando ai nostri giorni, l’Università di Macerata ha attivato ormai diversi anni fa corsi di lingua cinese e la città si è rivelata il terreno ideale per fondare l’Istituto Confucio. Per noi il Capodanno cinese è un’occasione di dialogo, un’occasione per far conoscere ai marchigiani questa cultura e questa civiltà».
Qual è la tradizione del Capodanno cinese?
«Il Capodanno cinese in realtà si chiama Festa della Primavera e celebra l’inizio del nuovo anno. È un capodanno lunare cioè legato al ciclo della luna. Per questo motivo non cade mai lo stesso giorno e la data, diversa di anno in anno, è compresa tra fine gennaio e fine febbraio. Coincide con il venir meno della stagione fredda, nel mondo rurale la vita si rinnova e il nuovo anno inizia».
Per quale motivo ogni anno ha per protagonista un animale diverso?
«Anche in Cina hanno 12 segni zodiacali ma, mentre noi li cambiamo ogni mese, quelli cinesi ruotano su 12 anni e ogni anno corrisponde ad un animale: topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale. Secondo la leggenda, l’imperatore di Giada convocò i dodici animali per una gara con la ricompensa di un grande premio per chi fosse arrivato primo. Tutti gli animali gareggiarono e l’ordine con cui si classificarono è come si susseguono gli animali dello Zodiaco cinese nel ciclo di dodici anni».
Il 2023 è l’anno del coniglio. Che cosa significa?
«Stando alle caratteristiche di questo animale, il 2023 dovrebbe essere un anno di pace, di serenità, stabilità e prolificità. Speriamo sia così perché pace e stabilità sono proprio quello di cui abbiamo bisogno visti gli accadimenti degli ultimi anni».
Come avviene durante le nostre festività natalizie, anche i cinesi visitano i loro parenti durante il Capodanno cinese…
«I cinesi sono una società più “mobile” rispetto alla nostra, i figli vanno a lavorare in altre città e il Capodanno è il momento in cui tutti tornano a casa dalle proprie famiglie. In quei giorni c’è un grande fermento. È una festa importantissima per l’unità familiare. La Cina si ferma per tre settimane ad eccezione delle attività commerciali che restano aperte perché, come per il nostro Natale, la Festa di Primavera è l’occasione per fare regali».
E i cinesi emigrati in Italia, e impossibilitati a tornare dai propri cari, come festeggiano?
«Le comunità cinesi in Italia si ritrovano per vivere dei momenti di socialità insieme. Altre famiglie vanno invece al ristorante per festeggiare il Capodanno».
Che cosa è tradizione mangiare a Capodanno?
«La sera della vigilia di Capodanno non manca il pesce in quanto sinonimo di abbondanza e prosperità. Al nord si mangiano i famosi involtini primavera, piatto invece assente nella Cina centrale e meridionale».