Macerata

Due pensionati su tre sotto la soglia di povertà nel Maceratese, Tordini: «Inaccettabile»

Il Segretario Generale SPI CGIL Macerata: «Oggi si viene a creare una nuova classe sociale che è quella dei poveri pensionati, che hanno sì un reddito ma sono comunque poveri»

Anziani pensionati, foto da pixabay

MACERATA – «Duemila prestazioni pensionistiche in meno in quattro anni: una diminuzione frutto del fatto che le persone non vanno più in pensione. Ma il dato che ci allarma maggiormente è che parliamo di pensioni medio basso dove due pensionati su tre percepiscono un importo che non permette loro di superare la soglia di povertà». È il commento del Segretario Generale SPI CGIL Macerata Stefano Tordini che commenta i dati della ricerca effettuata dall’IRES Marche, l’Istituto di ricerche economiche e sociale della CGIL.

Secondo infatti i dati emersi, sono 108mila le prestazioni pensionistiche e assistenziali attualmente erogate dall’INPS nella provincia di Macerata e di queste 60mila sono le pensioni di vecchiaia (pari al 55,7% del totale), 7mila quelle di invalidità (6,5%), quasi 23mila le pensioni ai superstiti (20,9%), oltre 2mila le pensioni/assegni sociali (2,3%) e quasi 16mila sono le prestazioni a invalidi civili (14,7%). Dal 2016 il numero delle pensioni complessivamente erogate nella provincia è diminuito del 2,4%, pari a circa 2mila prestazioni in meno.

Nello stesso periodo si è notevolmente innalzata l’età media dei percettori delle pensioni di vecchiaia. Ciò è particolarmente evidente per coloro che sono stati lavoratori dipendenti: i pensionati con meno di 65 anni di età sono appena il 14% del totale, mentre coloro che hanno oltre 80 anni sono passati in cinque anni dal 33,3% al 36,6%.

L’importo medio delle pensioni vigenti nella provincia di Macerata è di 802 euro lordi, con valori medi che variano dai 1.034 euro delle pensioni di vecchiaia ai 430 euro delle pensioni e assegni sociali. L’importo medio delle pensioni di vecchiaia nella provincia è in linea con quello regionale (+22 euro mensili rispetto alla media delle Marche) ma di molto inferiore a quello nazionale (-190 euro lordi).

«Insomma con queste pensioni non si vive e per una persona che sta da sola e deve pagare un affitto la pensione non basta – ha continuato il Segretario Tordini -. Oggi si viene a creare una nuova classe sociale che è quella dei poveri pensionati che hanno sì un reddito ma sono comunque poveri e non capaci di essere autosufficienti e questa è una condizione inaccettabile».

Significativa è la differenza tra uomini e donne relativamente all’importo della pensione di vecchiaia: se i primi percepiscono 1.287 euro lordi, le donne arrivano a 756 euro, pertanto queste ultime ricevono mediamente 498 euro in meno ogni mese (-41,3% rispetto agli uomini).

Nella provincia di Macerata 69mila prestazioni pensionistiche, pari al 63,4% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese: dunque, due pensionati su tre percepiscono un importo che non consente loro di superare la soglia della povertà. Anche da questo punto di vista si confermano notevoli differenze di genere: gli uomini con pensioni fino a 750 euro sono il 41,3% del totale, mentre per le donne tale percentuale sale al 78,7%.

Come risolvere una situazione così allarmante? «Bisogna aumentare le pensioni minime, ma è necessario anche creare una condizione che permetta di assistere le persone anziane con supporti mirati: penso alla sanità, ai canoni di affitto delle case e a molto altro – ha concluso il Segretario Generale della SPI CGIL Macerata -. I dati rappresentano una situazione molto difficile e Macerata si pone al di sotto della soglia della media nazionale; è importante intervenire prima possibile anche perché i dati futuri non sono incoraggianti».

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