MACERATA – Era entrato in una chiesa danneggiata dal sisma in piena zona rossa, ex sindaco a processo per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Ieri l’allora sindaco di Matelica Alessandro Delpriori è stato sentito in aula dal giudice Vittoria Lupi e dal pubblico ministero Rocco Dragonetti e l’ex primo cittadino si è difeso affermando di aver violato l’ordinanza per salvare degli affreschi danneggiati dal terremoto.
I fatti finiti al centro del processo penale in corso al tribunale di Macerata risalgono al 25 aprile del 2018 quando l’allora sindaco di Matelica e storico d’arte era entrato nella chiesa Santa Maria in Castellare, nella frazione Nocelleto, di Castelsant’Angelo sul Nera e aveva scattato delle foto a un bob-cat posizionato proprio all’interno della chiesetta fortemente danneggiata dal sisma. Quelle foto erano state poi girate ad alcuni amici e studiosi di arte e uno di questi, sentito anche lui ieri come testimone, aveva chiamato i carabinieri per segnalare i lavori apparentemente non autorizzati all’interno della chiesa.
Dai controlli effettuati successivamente invece era emerso che i lavori erano stati regolarmente autorizzati e realizzati da una ditta incaricata dall’Arcidiocesi di Camerino per liberare dalle macerie il sagrato e poter intervenire successivamente sugli affreschi, dopo aver messo in sicurezza le strutture murarie. Ieri in aula è stato sentito anche il comandante del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Ancona, il tenente colonnello Carmelo Grasso, che ha riferito in merito all’attività svolta.
Per questi fatti nei confronti di Delpriori era stato emesso un decreto penale di condanna alla pena di 40 euro di ammenda ma l’ex sindaco, tramite il proprio legale, l’avvocato Enrico Carmenati, aveva fatto opposizione preferendo affrontare il dibattimento per dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati e il proprio buon operato. L’udienza è stata rinviata al prossimo 22 novembre per sentire i testimoni della difesa.