MACERATA – A vederli non c’era motivo per dubitare della loro autenticità, invece, il controllo del certilogo non lasciava spazio a dubbi: quei piumini Moncler erano assolutamente contraffatti.
Oggi in Tribunale a Macerata il giudice Francesca Preziosi e il pubblico ministero Stefano Lanari hanno sentito il consulente tecnico della procura, Pietro Dal Ben, che ha spiegato da cosa era possibile capire la non genuinità dei capi sequestrati. Nel marchio applicato sui piumini c’era un filo in più rispetto a quello originale e comunque bastava controllare il certilogo, il codice che ogni capo Moncler ha e che inserito su una piattaforma internet verifica istantaneamente se il prodotto è autentico o meno.
La testimonianza è stata resa nell’ambito del processo a carico di quattro persone, una coppia del Fermano di 52 e 53 anni e una coppia moldava di 49 e 42 anni accusati a vario titolo di contraffazione e ricettazione. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2013 in provincia di Macerata. Secondo la ricostruzione accusatoria i due stranieri avrebbero importato dalla Moldavia piumini Moncler contraffatti e, tramite un’altra persona (che ha già definito la propria posizione con un patteggiamento, ndr), li avrebbero venduti, d’intesa con la coppia del Fermano, a commercianti italiani ignari di tutto. In totale, sarebbero stati spacciati per originali centinaia di piumini non originali.
L’indagine era scattata dopo che un cliente aveva acquistato in un negozio un piumino Moncler e poi, tornato a casa, aveva inserito il codice del certilogo sulla piattaforma. A quel punto tutto era passato nelle mani dei militari della Guardia di finanza di Macerata che, con il coordinamento del procuratore Giovanni Giorgio, avevano avviato una mirata attività investigativa. In base a quanto accertato, i capi erano prodotti da una ditta con sede in Transnistria, regione della Moldavia.
Dopo il consulente è stato sentito anche il luogotenente Domenico Gentile che all’epoca aveva effettuato accertamenti mirati. L’udienza è stata rinviata al prossimo 29 gennaio per sentire altri testimoni. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Stefano Chiodini e Leonardo Bochicchio, mentre la Moncler spa Milano è parte civile con l’avvocato Riccardo Castiglioni.