MACERATA – È finito all’attenzione del collegio presieduto dal giudice Daniela Bellesi e del pubblico ministero Rosanna Buccini il processo a carico di tre persone accusate a vario titolo di corruzione di minorenne e maltrattamenti in famiglia.
La vicenda, che si colloca in un comune dell’entroterra maceratese, risale a ottobre di cinque anni fa quando, dopo una lunga relazione dalla quale era anche nato un figlio, una coppia si era lasciata. Dopo qualche mese, però il figlio, all’epoca di 13 anni, denunciò di essere stato picchiato dalla madre. Le dichiarazioni furono rese nell’ambito di un procedimento civile in cui il giudice avrebbe dovuto decidere presso quale genitore collocare il minorenne. Non solo.
Il 13enne aggiunse anche che la madre aveva trovato un nuovo compagno e che era accaduto che l’uomo la baciasse e la toccasse davanti ai suoi occhi. In quel contesto fu disposta una perizia psicologica sul minore e il giudice segnalò immediatamente il caso alla procura che aprì un fascicolo per accertare i fatti. Nel corso delle indagini preliminari fu disposta l’audizione protetta del minore con la formula dell’incidente probatorio dinanzi a una psicologa. Il ragazzo raccontò nuovamente i fatti aggiungendo anche ulteriori particolari.
Chiuse le indagini la procura contestò il reato di corruzione di minorenne al compagno della mamma, un uomo di 49 anni, perché avrebbe compiuto atti sessuali con la mamma del minore davanti o comunque in modo tale che quest’ultimo assistesse,. Alla mamma, una 38enne, il reato contestato è maltrattamenti in famiglia perché, per l’accusa, avrebbe picchiato il figlio più volte con schiaffi e pugni e gli avrebbe fatto sbattere la testa sul tavolo. Lo avrebbe lasciato spesso a casa da solo e lo avrebbe minacciato per non fargli raccontare quello che accadeva al padre.
Anche il nonno materno è accusato di maltrattamenti, perché avrebbe assunto nei riguardi del minore comportamenti autoritari, seguendolo nei suoi spostamenti, impedendogli di uscire e di frequentare gli amici e, in alcune circostanze, riportandolo a casa contro la sua volontà. Oggi si è aperto il processo a carico dei tre. Il figlio, nel frattempo diventato maggiorenne, si è costituito parte civile con l’avvocato Veronica Magnani del foro di Rimini.
«A nostro avviso – ha commentato a margine dell’udienza l’avvocato Alessandro Verdicchio, che con il collega Paolo Cecchetti difende i tre imputati – il minorenne ha reso le dichiarazioni accusatorie per gelosia, quando ha scoperto che la madre aveva un nuovo compagno. Questo soprattutto perché, al contrario di come accade solitamente, i fatti riferiti sono andati in crescendo: quando le cose sono andate avanti ha aggiunto nuovi particolari. Di solito, invece, accade l’esatto opposto, quando i fatti sono recenti il racconto è più dettagliato e ricco di particolari che poi col tempo si perdono». «Nella prima perizia – ha aggiunto il legale –, la psicologa sollevò dei dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni rese dal ragazzo, sembrava che volesse scongiurare il rischio di tornare con la madre e il suo nuovo compagno».
Nella prossima udienza, a giugno 2021, saranno sentiti in aula due testimoni dell’accusa: la sorella dell’imputata e il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice nel corso delle indagini preliminari.