MACERATA – Libertà, democrazia, rispetto del prossimo, tutti valori che oggi sembrano un lontano ricordo in alcuni paesi, ma che sono stati ribaditi con forza dagli studenti che questa mattina hanno affollato il Lauro Rossi. Il teatro maceratese, infatti, ha ospitato la celebrazione della Giornata dell’unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, organizzata dalla prefettura con la collaborazione dell’Università e degli studenti degli istituti “Galilei”, “Leopardi” e “Gentili” di Macerata. La cerimonia divisa in tre parti, scanditi dai colori della bandiera italiana che poi è stata “costruita” con tre striscioni sul palco, si è aperta con il coro di Unimc che ha intonato “Another brick in the wall”, dei Pink Floyd, mentre sullo sfondo scorrevano alcune immagini della guerra. Poi sono stati gli studenti a ricostruire con striscioni e testimonianze, quei momenti del 1861 quando venne proclamata l’Unità d’Italia.
Non si poteva non parlare della pandemia, delle immagini che a marzo 2020 da Bergamo si diffondevano in tutta Italia e poi nell’ambiente e dell’impegno dei tanti giovani per la conservazione del nostro pianeta. «Bergamo, oggi, rappresenta l’intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e uomini uccisi da una malattia, ancora in larga parte sconosciuta e che continua a minacciare il mondo, dopo averlo costretto, improvvisamente, a fermarsi o, comunque, a rallentare le sue attività – è stato letto -. Oggi ci ritroviamo qui per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono più. Del lutto che ha toccato tante famiglie, lasciando nelle nostre comunità un vuoto che nulla potrà colmare. Il destino di tante persone e delle loro famiglie è cambiato all’improvviso. Vite e affetti strappati, spesso senza un ultimo abbraccio, senza l’ultimo saluto, senza poter stringere la mano di un familiare. Tutti conserviamo nel pensiero immagini che sarà impossibile dimenticare. Cronache di un dolore che hanno toccato la coscienza e la sensibilità di tutto il Paese, ma che, per chi le ha vissute personalmente, rappresentano cicatrici indelebili». In chiusura sono state lette le parole di Piero Calamandrei, pronunciate agli studenti universitari e medi del 26 gennaio 1955, sull’importanza della Costituzione.
«Quella di oggi è stata una giornata molto importante che abbiamo costruito insieme all’Università, al Comune, ma soprattutto alle scuole – ha detto il prefetto Flavio Ferdani -. I ragazzi hanno esaltato il nostro inno e la nostra bandiera, che rappresentano i simboli vitali della nostra patria e il mio auspicio è che come noi abbiamo ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto, un Paese libero, unito, democratico e in pace, anche noi si possa consegnare alle giovani generazioni un Paese con gli stessi valori, ripudiando ogni sentimento di odio che avvelena l’anima e intossica l’esistenza, a favore della riaffermazione del valore vittorioso dell’umanità». Presenti in sala anche il questore Vincenzo Trombadore, il comandante provinciale dei carabinieri Nicola Candido, rappresentanti della guardia di finanza, dei vigili del fuoco, il vicesindaco Francesca D’Alessandro, la professoressa Cinzia Cecchini dell’Ite Gentili che ha portato i saluti della dirigente Roberta Ciampechini e Annamaria Marcantonelli, dirigente del liceo “Leopardi”.
«Voglio ringraziare gli studenti per questa iniziativa che ci aiuta a pensare e, allo stesso tempo, ci ha emozionato attraverso il recupero di pagine della storia del nostro Paese – ha aggiunto il rettore Francesco Adornato -. Ai ragazzi dico aprite il cuore alla bellezza, la mente alla luminosità dei pensieri, siate sempre pronti al dialogo, all’ascolto, al confronto, perché quando arrivano le armi vuol dire che i valori fondati della nostra storia sono stati ricoperti dal buio. Ragazzi siate disponibili a comprendere e ad affrontare il valore delle differenze che aiutano a crescere. E siate disponibili a costruire percorsi di pace».