MACERATA – Scopre un Gps nella propria auto e denuncia. A processo una 40enne di Morrovalle, è accusata di stalking e installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche.
Da quanto emerso nel corso delle indagini preliminari (l’inchiesta è stata coordinata dalla procura distrettuale, competente per materia, ndr), tra il 2017 e il 2018, una donna che oggi ha 40 anni, avrebbe pedinato e seguito arrivando anche a superare i confini regionali una professionista di Montecosaro. Tutto sarebbe iniziato da una scoperta fatta dalla vittima: un giorno la donna aveva visto che si erano accese alcune spie dell’auto, preoccupata si era rivolta a un meccanico per capire quale fosse la causa di quelle accensioni anomale ed era stato lo stesso meccanico a trovare nel cruscotto un dispositivo Gps che era in grado di tracciare i movimenti dell’auto. La professionista, impressionata dalla scoperta, aveva presentato una denuncia contro ignoti in procura per chiedere all’autorità giudiziaria che venisse identificata la persona che aveva inserito il gps nella sua auto e che di lì a poco avrebbe iniziato a perseguitarla. Dagli accertamenti svolti dai carabinieri di Ancona su disposizione della procura distrettuale era emerso che la stalker era la donna di Morrovalle. Alla vittima, però, non sarebbe chiara la causa di quei comportamenti persecutori.
Ieri si è aperto il processo in Tribunale a Macerata dinanzi al giudice Barbara Cortegiano e al pubblico ministero Sabina Antognozzi. La professionista di Montecosaro si è costituita parte civile con l’avvocato Sabrina Sartini del foro di Ancona, mentre l’imputata è difesa dall’avvocato Stefano Migliorelli. L’udienza è stata rinviata al 19 aprile del prossimo anno.