Macerata

Impianto fotovoltaico a Treia, Capponi: «Non si rispettano i vincoli». L’opposizione: «Lacrime di coccodrillo?»

La Provincia, qualche giorno fa, aveva sottolineato che «l’impianto fotovoltaico (che sarebbe da realizzarsi a terra per una potenza di 28 Mwp) creerebbe un grave danno a un'area agricola e un grande degrado del terreno»

Un impianto fotovoltaico

TREIA – Anche il sindaco di Treia Franco Capponi, in linea con la decisione della Provincia di Macerata di qualche giorno fa, che aveva deciso di assoggettare alla Valutazione di Impatto Ambientale il progetto in località Berta, ha evidenziato tutte le carenze dell’eventuale installazione dei pannelli fotovoltaici. La stessa Provincia infatti aveva sottolineato che «l’impianto fotovoltaico (che sarebbe da realizzarsi a terra per una potenza di 28 Mwp, ndr) creerebbe un grave danno a un’area agricola e un grande degrado del terreno».

«Il Comune di Treia concorda con gli Uffici Tecnici della Provincia di Macerata sul grave impatto che potrebbe causare l’istallazione di 28 megawatt di superficie fotovoltaica in località Berta e che la stessa vada assoggettata a VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) considerato il notevole impatto che la stessa apporterà soprattutto al paesaggio agrario e storico e alle emergenze storico-culturali presenti nelle immediate vicinanze a partire dal famoso Castello Piceno di Pitino, dal Castello di Rocchetta e molto altro ancora – spiega il sindaco Franco Capponi -. In tal senso il Comune si è già espresso con la trasmissione del certificato di destinazione urbanistica dell’area interessata e lo ha inviato alla Provincia accompagnandolo anche con una relazione in merito all’impatto della proposta e quindi a motivi di contrarietà all’impianto stesso».

Il sindaco di Treia Franco Capponi

«In quella sede il Comune – continua il primo cittadino – ha evidenziato come alcune porzioni dell’area coinvolta sono interessate da ambiti di tutela del PPAR (il Piano Paesistico Ambientale Regionale, specificatamente per alcuni aspetti geologico-geomorfologico) e altre porzioni sono soggette a tutela integrale e norme di tutela specifiche riguardanti l’area sub-appenninica (specificatamente i vincoli interessano le fasce di rispetto dei fiumi e la presenza di edifici e manufatti di interesse storico documentario). Ulteriori vincoli individuati dal Comune riguardano le prescrizioni del PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) per quanto attiene alla presenza di piane alluvionali e in quanto una parte dell’area ricade quindi parzialmente in una delle aree non idonee cosi come specificato nella deliberazione n. 13 del 30/09/2010 della Regione Marche. Nel parere inviato alla Provincia inoltre il Comune di Treia ha segnalato come la proposta di impianto fotovoltaico di Berta ricada anche in ulteriori vincoli e produca rischi ulteriori al territorio circostante e all’attività agricola in generale».

In particolare i vincoli cartografati evidenziano un impatto del progetto su vari aspetti come il vincolo derivante dalla fascia di protezione sia dalla attuale che dalla nuova linea metanodotto Recanati-Foligno; dalla fascia di protezione della linea di adduzione acquedotto D 150 Rocchetta -Santa Maria in Piana; dalla fascia di protezione ipotesi strada intervalliva Quadrilatero San Severino-Tolentino e dalla fascia di protezione fognatura consorzio Berta Vallonica collegata al depuratore Berta.

«Il Comune ha evidenziato quindi una grave carenza della proposta soprattutto per il mancato rispetto di vincoli preesistenti e ha segnalato le condizioni minime per una valutazione del progetto – ha aggiunto Capponi -. In pratica ora tutti i portatori di interesse (compresi i cittadini e loro associazioni) potranno esprimersi in merito onde assicurare totale trasparenza nella decisione, in modo da individuare, oltre i vincoli esistenti e segnalati dal Comune di Treia, i possibili effetti negativi sull’ambiente, sulla salute e il benessere umano, sull’impatto economico sui territori, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, sul paesaggio e sull’economia insediata prima che questi si verifichino effettivamente. Altro aspetto è invece il fatto che l’amministrazione sia favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili ma tale obiettivo, definito a livello europeo al 2030 per accrescere la quota dei consumi coperti da fonti rinnovabili, va perseguito nei limiti di quanto possibile».

«Va considerato che nel settore elettrico la natura intermittente delle fonti con maggiore potenziale di sviluppo e, nel settore termico conseguenti ai contestuali obiettivi di qualità dell’aria e della strategicità delle produzioni agroalimentari, sono perseguibili anche nei nostri territori attraverso l’utilizzo però di aree degradate come le aree delle ex cave, le aree industriali dismesse, i tetti degli impianti produttivi ed alcune aree di scarso pregio e senza impatto sul paesaggio che la programmazione urbanistica potrebbe individuare con specifici atti programmatori. Ma sono altre le politiche che il nostro Paese dovrà mettere in atto, oltre il super eco bonus per gli edifici abitativi privati, di recente emanazione – conclude Capponi -. Dovremmo estendere questa misura agevolativa alle imprese di tutti i settori unitamente ad agevolazioni per consentire l’efficientamento energetico teso a migliorare la capacità del sistema della ricerca di presidiare e sviluppare le tecnologie di prodotto e di processo essenziali per la transizione energetica e a favorire l’introduzione di tecnologie, sistemi e modelli organizzativi e gestionali funzionali alla stessa transizione energetica e alla sicurezza».

I consiglieri di Prima Treia

Non si è fatta attendere la replica dell’opposizione. «La giunta di Treia si adegua al no espresso dalla Provincia nei confronti del fotovoltaico a terra in zona Berta: un doveroso rigurgito di ambientalismo o semplice pentimento tardivo del sindaco Capponi che ha deturpato con distese di pannelli ettari su ettari di terreni, per altro di proprietà familiare e di amici? Prima Treia chiede la convocazione immediata della commissione urbanistica per verificare quale sia lo stato delle richieste sul territorio e definire un’azione univoca e di indirizzo nella politica ambientale comunale». Così i consiglieri di minoranza di Prima Treia hanno commentato quanto espresso dal sindaco Capponi chiedendo un cambio di rotta sul consumo di suolo per il fotovoltaico che scongiuri un ulteriore impatto paesaggistico sul territorio cittadino.

«Ricordano in troppi che Treia è salita ai disonori delle cronache nazionali quando Vittorio Sgarbi dalla balaustra della piazza indicò a tutta Italia lo scempio di uno dei panorami più belli delle Marche – conclude la minoranza -. Produzione di energie alternative e tutela ambientale e paesaggistica devono procedere di pari passo e i tetti (specie dei capannoni) sono la destinazione naturale degli impianti fotovoltaici. Ora che ci sono richieste di impianti è il momento per la giunta treiese di dimostrare se la sua svolta ambientalista è autentica e non episodica. In tal caso non avrà difficoltà ad accogliere la nostra proposta per una presa di posizione strutturale ed organica sulla questione».