MACERATA – «In Italia il tasso di occupazione femminile è al 47%, venti punti in meno della media europea. Che diventano trenta per le mamme lavoratrici. A questo si somma la differenza di reddito. Con le donne che nel settore privato guadagnano il 18% in meno degli uomini. E adesso, in tempo di pandemia, un’impresa femminile su due è stata costretta a ridimensionare o a chiudere la propria attività. Secondo uno studio della Cna, infatti, il 47% delle imprese femminili, se l’emergenza pandemica non sarà superata in breve tempo, dovrà ridimensionare fortemente la propria attività (39,1%) o, addirittura, chiudere (8,3%)».
Le parole di Emilia Esposito, presidente di Cna Impresa Donna Marche, raccontano come il percorso da fare per garantire le pari opportunità anche nel mondo lavorativo sia ancora lungo. Il punto è stato fatto questo pomeriggio (12 maggio) durante l’assemblea elettiva 2021 di Cna Impresa Donna, organizzata on line per confrontarsi su quali azioni mettere in campo per sostenere le imprese femminili e ripartire insieme dopo la pandemia. Un appuntamento a cui ha partecipato anche il ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti che ha voluto rassicurare le imprenditrici sull’impegno del governo.
«La pandemia ha fermato quello slancio positivo che l’imprenditoria femminile aveva attivato nel modo di fare impresa, con un impatto devastante sui numeri delle aziende dei vari settori – ha spiegato il ministro Bonetti -. Ora più che mai, quindi, è necessario sostenere le imprese e il governo nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ha previsto un fondo di 400 milioni per sostenere le start up e le imprese al femminile con l’obiettivo di dare non solo credito, ma creare sinergie, formazione e cultura all’interno delle imprese».
Tra gli interventi previsti dal governo anche un potenziamento dell’infrastruttura tecnologica per l’imprenditoria in genere e per l’imprenditoria femminile in particolare, il potenziamento dei servizi educativi dell’infanzia (3-6 anni) e l’estensione del tempo pieno a scuola, per fornire sostegno alle madri con figli piccoli e contribuire così all’occupazione femminile. Il Piano investe nelle competenze Stem tra le studentesse delle scuole superiori per migliorare le loro prospettive lavorative e permettere una convergenza dell’Italia rispetto alle medie europee.
«Altri interventi sono previsti all’interno del Family Act – ha aggiunto il ministro – per ridisegnare un sistema di welfare collettivo che favorisca il lavoro femminile, l’accesso ai servizi educativi, i congedi parentali e il rientro nel mondo del lavoro dopo la maternità».
Tanti spunti che, come è stato ripetuto dalle imprenditrici collegate, servono a ridare «luce a un settore in difficoltà, ma molto numeroso». Nelle Marche, ad esempio, sono 34.268 le imprese gestite da donne. All’incontro erano presenti, tra le altre, la presidente nazionale dell’Associazione Moica (Movimento casalinghe italiane) Tina Leonzi; la presidente nazionale di Cna Impresa Donna, Maria Fermanelli; la presidente di Cna Impresa Donna Macerata, Patrizia Tiranti e Lucia Pistelli, referente di Cna Impresa Donna Macerata.
«Proprio per aiutare le imprese chiederemo al governo supporti per la digitalizzazione visto che, secondo una ricerca Unioncamere, sette imprenditrici su dieci sono impreparate al digitale – ha aggiunto la presidente Esposito -. Inoltre, servono misure per facilitare l’accesso al credito, attraverso un rifinanziamento dei Confidi e vanno incentivati gli strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa. Fare impresa può diventare un elemento di grande crescita per l’economia e per le giovani donne, soprattutto se consideriamo che il 25,4% delle ragazze con meno di trent’anni, non lavora, non studia e non cerca un’occupazione. Ma questo settore va sostenuto».
«Cna Impresa Donna si è data il compito di promuovere tutte quelle azioni che possano migliorare le condizioni in cui l’imprenditoria femminile opera – ha concluso Patrizia Tiranti -, sostenendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ciò in cui il gruppo sta riuscendo è sicuramente di facilitare la partecipazione delle imprenditrici negli organismi della rappresentanza socio-economici e nel tessuto imprenditoriale locale per caratterizzarli e arricchirli, con i propri valori, competenze e peculiarità».