Macerata

«Improvvisazione per combattere il Covid-19 nelle grandi catene dei supermercati»: le denunce dei dipendenti

«All’inizio ci dissero addirittura che bastava che le cassiere si lavassero le mani per prevenire il contagio e che, se volevamo indossare le mascherine, ce le dovevamo procurare; credete sia normale?»

MACERATA – «Potremmo definirlo il pastrocchio della grande distribuzione organizzata e dei supermercati per la tutela del cliente e del lavoratore. Dopo che ci si è preoccupati di garantire la merce al cliente si è continuato portando avanti il lavoro con molta improvvisazione e soprattutto con disorganizzazione». A segnalare il problema, che ovviamente non riguarda tutti i supermercati e tutte le catene indistintamente ma una parte di queste, sono alcuni dipendenti della grande distribuzione organizzata.

«Abbiamo cercato di sensibilizzare sul problema – ci raccontano -. Il fatto è che oltre a una semplice diffusione dei decreti ministeriali, che avevano comunque bisogno, dopo l’emanazione, di essere interpretati e messi in pratica con criterio, logica e soprattutto a garanzia della sicurezza di lavoratori e clienti, le grandi catene di supermercati non hanno mai dato vita a un tavolo di confronto che potesse rendere omogenee e sicure le direttive. Ci siamo trovati quindi a brancolare nel buio e ogni negozio ha adottato delle precauzioni diverse e, in alcuni casi, anche scorrette».

«Non ci sono state delle direttive e ci si è affidati alla totale improvvisazione – continuano i dipendenti -. Crediamo che la situazione sia stata presa molto alla leggera. Per fare degli esempi: la gente all’inizio entrava senza guanti e senza protezioni toccando oggetti e magari poi rimettendoli a posto, chi veniva in gruppo, chi non rispettava il metro di distanza e chi si metteva a litigare in corsia creando confusione e assembramenti oltre che caos. E poi ci siamo noi dipendenti che siamo continuamente esposti al contagio dato che ci è capitato di lavorare con una salviettina in al posto della mascherina. Oppure cassiere che, nonostante ci fossero già notizie dal nord Italia che ci dicevano quanto la situazione fosse tragica, continuavano a lavorare senza barriere alle casse».

«Siamo stati noi dipendenti a chiedere di aumentare le precauzioni e di fare qualcosa per proteggere la nostra salute e quella dei clienti e, dopo un po’, siamo stati (in parte) ascoltati altrimenti tutto sarebbe continuato nella totale improvvisazione – concludono -. All’inizio ci dissero addirittura che bastava che le cassiere si lavassero le mani per prevenire il contagio e che, se volevamo indossare le mascherine, ce le dovevamo procurare; credete sia normale?».