Macerata

Inaugurato il “Museo della Nostra Terra” a Pieve Torina: un mix tra tradizione ed innovazione. Nasce la sala immersiva

A Pieve Torina torna a splendere il "Museo della Nostra Terra" a lungo curato da Mattioni. Nasce la sala immersiva grazie all'UNIVPM

Taglio del nastro - Pieve Torina
Taglio del nastro - Pieve Torina

PIEVE TORINA – Inaugurato a Pieve Torina il “Museo della Nostra Terra” in seguito alla ricostruzione post sisma del 2016. Ad allietare la folta cittadinanza presente, la banda musicale. Per i lavori sono stati investiti circa 63mila euro. Tanta tradizione ma non solo, oggi all’interno del museo troviamo un connubio interessante con l’innovazione, infatti è stata realizzata una sala immersiva da parte dell’Università Politecnica delle Marche. 

Al taglio del nastro tante le autorità presenti tra cui: Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione, Gianluca Pasqui, vice presidente regionale, Chiara Biondi, assessore regionale alla cultura, Mons. Francesco Massara, Graziano Leoni, rettore di UNICAM, Roberto Lucarelli, sindaco di Camerino e Emanuele Pepa, sindaco di Recanati.

Questo museo nasce dalle prime mostre risalenti al 1973 firmate da Fernando Mattioni, oggi 90enne, che ha inviato una lettera: «Nel museo ho passato gli anni più belli della mia vita dopo l’insegnamento, ci ho lavorato per circa 30 anni. Molte persone oltre ai numerosi donatori hanno contribuito ad arricchire il museo anche privandosi dei ricordi più cari come antiche monete romane». Adesso questa realtà verrà curata dalla Dott.ssa Antonella Marcaccini.

«Abbiamo contaminato un percorso storico, come questo museo – ha spiegato Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina -, con uno virtuale. L’antico revisionato in chiave moderna».

Ha preso la parola anche Lucia Albano, sottosegretario al Ministero dell’Economia: «La cultura è generatrice di economia, di prospettive, un investimento come questo è anche sul futuro dei nostri giovani». 

«Ero entrato qui dentro quando stavano facendo i lavori, appena sono entrato mi ha colpito un arnese che si utilizzava nel venerdì santo, la ‘troccola’ che ci fa ritornare a quando eravamo bambini. Mi auguro che vengano a fare visita tante scuole e che ai nostri bimbi venga spiegato che ogni oggetto rappresenta la storia che i nostri nonni e bisnonni ci hanno trasmesso, è un luogo di cultura. Dalla cultura cresce anche il nostro territorio».