CIVITANOVA MARCHE- Dopo aver attraversato tutto il mondo, dalla Cina al medio oriente passando per l’Europa, l’arte di Tonino Maurizi, nativo di Montecosaro e civitanovese d’adozione, è arrivata nella capitale, in uno dei luoghi simbolo della romanità: lo stadio di Domiziano. Al di sotto di piazza Navona, il pittore e scultore nativo di Montecosaro ha portato in scena la sua collezione personale dal titolo ‘Le forme del tempo’: un’esposizione di ventiquattro opere pittoriche e sei sculture, che chiude i battenti oggi, 5 ottobre. Il taglio del nastro, lo scorso 22 settembre alle presenza dei due curatori, il professor Stefano Papetti e Francesca Maurizi: l’iniziativa è stata organizzata nel segno dell’inclusività, dato che ai non vedenti è data la possibilità di toccare con mano i quadri e le sculture.
«Tonino Maurizi ha voluto caratterizzare la sua esposizione come una mostra tattile. Così l’Artista unisce insieme due obiettivi e due valori di altissimo livello: il recupero di un’esperienza estetica integrale e la possibilità di donare le meraviglie dell’accesso all’arte anche ai disabili visivi che “vedono” con le mani e vengono normalmente esclusi dall’esercizio di un diritto che appartiene a tutti. Approfondimento estetico e sensibilità sociale: ecco le due perle che impreziosiscono l’impegno di questa mostra». Sono le parole di Aldo Grassini, presidente del Museo Tattile statale Omero che ha patrocinato l’iniziativa, insieme a ‘Meadows’. All’organizzazione dell’esposizione hanno contribuito anche la Fondazione Di Paolo e la Fondazione Spazi dell’arte.
La recensione
Questa la recensione di Francesca Maurizi, figlia dell’artista: «Pittore, scultore, designer, ebanista, l’esperienza di Tonino Maurizi racconta il viaggio dell’uomo verso l’ignoto e il possibile. Un peregrinare sempre diverso tra bellezza e funzione, dove il dinamismo della sperimentazione si unisce alla concretezza del fare, del toccare con mano materia e pulsione. Nelle linee sinuose ma pulite, delle sue opere pittoriche come delle sculture, nella plasticità materica dei corpi, si traduce l’emozione dirompente dell’artista che sublima la carnalità dell’esperienza umana con slanci vitali, protesi all’infinito, dove la “meraviglia”, la ricerca dell’eccezionale, lasciano il segno del quotidiano tentativo dell’uomo di guardare oltre l’abisso. In questa prestigiosa ed inedita location, che racchiude i resti dello Stadio di Domiziano, con la sua affascinante storia che risale alla Roma imperiale di 2000 anni fa, i colori vivaci dell’artista, le linee eleganti e sobrie, le forme vibranti senza tempo ma proiettate verso il futuro, creano una atmosfera unica e irriproducibile, dai toni incantati ed inconsueti. In questi tempi difficili sono sicura che lo slancio creativo dell’artista riuscirà a incuriosire e trascinare il visitatore in una atmosfera di vivo interesse e stupore, in uno spazio vitale dove ciascuno di noi può lasciarsi condurre dalle emozioni, sedurre dalle forme e ripensare al futuro in chiave di fiducia e speranza».