MACERATA – «Il mondo dello spettacolo ha bisogno di rispetto, perché l’arte è vita». Dopo un anno di incertezze, che per molti ha significato la totale assenza di impiego, i lavoratori dello spettacolo sono scesi in piazza per riaccendere i riflettori su un mondo spesso dimenticato. Un centinaio di rappresentanti di sarte, fonici, ballerini, artisti di strada, circensi, operai e tecnici, si sono ritrovati a Macerata, a due passi dallo Sferisterio per chiedere certezze e, soprattutto, di poter tornare a lavorare.
«Vogliamo tornare a fare spettacolo e abbiamo la necessità che i luoghi della cultura possano essere riaperti con protocolli adeguati che ne garantiscano la sicurezza – spiega Guido Pucci, segretario generale Slc Cgil -. A un anno dal blocco degli spazi di lavoro siamo in una situazione molto difficile e tanti lavoratori non riescono più a sostentarsi». «C’è un silenzio terrificante su questo settore, ma con la Regione abbiamo intavolato il discorso dei ristori e su politiche attive per la ripartenza – aggiunge Alessandro Gay, segretario generale Fistel Cisl -. Chiediamo a gran voce che il governo valuti l’ipotesi di far ripartire i teatri, perché altrimenti morirà questo settore, moriranno professionalità già duramente colpite dai tagli alla cultura del passato».
Tra i lavoratori arrivati a Macerata anche il comico Piero Massimo Macchini che ha voluto dare un segnale di «coesione del mondo dello spettacolo», ma in particolare chiedere che anche per questo mondo «ci siano leggi che permettano di fare tutte le cose in regola». Per poco più di un’ora i lavoratori si sono raccontati in piazza, hanno ripercorso questo anno di incertezze, come Ulisse Takimiri che ha ricordato «come nella storia è la prima volta che lo spettacolo si ferma – ha detto il circense -. Per un anno abbiamo avuto elemosine di contributi, mentre le tasse le abbiamo dovute pagare per intero. Ora voglia tornare a lavorare, devono trovare un modo per farci ricominciare».