CORRIDONIA – Assolto “per non aver commesso il fatto”. Lo ha deciso oggi il giudice del Tribunale di Macerata, Andrea Belli, che si è pronunciato nel processo a carico di un 60enne di Corridonia accusato di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza.
La vicenda risale al 20 gennaio del 2015 quando, secondo l’accusa, il corridoniano dopo essere stato licenziato dalla ditta di trasporto per la quale lavorava, si sarebbe introdotto abusivamente nella casella postale della ditta utilizzando la password che era ancora in suo possesso e una volta dentro avrebbe cancellato tutta la corrispondenza eliminandola definitivamente.
Secondo la ricostruzione accusatoria lo avrebbe fatto per generare il caos organizzativo all’interno dell’azienda che, non avendo più ordini o dati relativi ai tragitti da compiere, non sarebbe riuscita a evadere le richieste di prestazione. L’azienda in questione si occupa di noleggio pullman e trasporto di persone e il 60enne era stato assunto a tempo determinato con la mansione di impiegato commerciale. Dopo il licenziamento, l’ex datore di lavoro lo aveva denunciato accusandolo di avergli cancellato tutta la corrispondenza.
Oggi al termine della requisitoria il pubblico ministero Raffaela Zuccarini ha chiesto la condanna dell’imputato a tre mesi di reclusione, alla richiesta si è associato anche l’avvocato Arjol Kondi, parte civile per l’ex datore di lavoro del 60enne. Il legale dell’imputato, Renato Coltorti, ha invece evidenziato che: «Era tecnicamente impossibile che avesse posto in essere le condotte così come erano state contestate dalla procura sulla base della denuncia fatta. Era accusato di aver cambiato le password quando queste potevano essere cambiate solo dal denunciante perché era il titolare del dominio, sul computer del mio cliente risultava un accesso fatto tramite Outlook che apre tutti gli indirizzi email e Pec, lui voleva leggere sulla propria Pec la lettera di licenziamento per poter rispondere. Il mio cliente è stato molto sollevato, sono stati anni di sofferenza come per chiunque va sotto processo sapendo di essere innocente».