MACERATA – L’assemblea da cui tutto ebbe origine risale a otto anni fa. Era il 30 giugno del 2012 quando diversi pescatori civitanovesi si incontrarono per discutere su alcune questioni tra cui le giornate e gli orari dei lavori. L’argomento però suscitò subito qualche malumore che ben presto divenne qualcosa di più intenso: tra i partecipanti incominciarono a generarsi scintille che accesero ben presto gli animi con scambi pesanti prima di opinioni poi anche di altro, tant’è che per alcuni di loro il prosieguo della discussione avvenne davanti al giudice di pace di Macerata, Ornella Carlini.
Tutti infatti si erano denunciati vicendevolmente, e avrebbero riportato lesioni inferiori ai 20 giorni, tranne uno. L’avvocato di quest’ultimo, il legale Giancarlo Nascimbeni, aveva rilevato infatti per il proprio assistito, che durante l’assemblea era stato strattonato per un braccio, lo stato di malattia si era prolungato per diverso tempo: il pescatore aveva riportato una importante lesione alla spalla che lo aveva costretto a sottoporsi a un’operazione. Per questo motivo l’avvocato aveva chiesto e ottenuto dal giudice di pace una perizia per accertare con esattezza l’entità delle lesioni. L’incarico fu affidato al medico legale Piergiorgio Fedeli, che concluse l’accertamento ritenendo che le lesioni avevano determinato un periodo di malattia post-traumatica che si era protratta per due mesi. A quel punto per tutti gli altri imputati il processo si chiuse con reciproche remissioni di querele, mentre per l’aggressione più grave il giudice dispose la trasmissione degli atti in procura per competenza.
Il pm Ernesto Napolillo contestò a due fratelli di 59 e 57 anni l’accusa di lesioni personali. Per entrambi ieri – 4 novembre – si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Giovanni Maria Manzoni e al pubblico ministero Stefania Ciccioli. La persona offesa si è costituita parte civile con l’avvocato Nascimbeni, mentre per i due fratelli, difesi entrambi dall’avvocato Federico Valori, il gup ha disposto il non luogo a procedere per il 57enne e il rinvio a giudizio per il 59enne, ovvero il pescatore che aveva strattonato il collega.
«La lesione lamentata – ha commentato l’avvocato Valori – risale al 30 giugno, il 3 agosto la vittima è stata imbarcata nonostante l’aggravamento della malattia».
«Lo stato di malattia – ha ribattuto il legale Nascimbeni – si è prolungato oltre i 40 giorni come da perizia d’ufficio disposta dalla dottoressa Carlini ed effettuata dal professore Fedeli nel pieno contraddittorio delle parti, in quanto anche la difesa dell’imputato in quella fase era rappresentata da un proprio medico legale. Di fronte a questa perizia d’ufficio era inevitabile il rinvio a giudizio così come correttamente disposto dal giudice dell’udienza preliminare».