Macerata

A Macerata per gli Aperitivi Europei, osimano insulta i poliziotti e finisce a processo

Il 27enne, accusato di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, aveva chiesto la messa alla prova. Oggi il reato è stato dichiarato estinto dal giudice

MACERATA – Da Osimo a Macerata per partecipare agli Aperitivi europei, ma una volta arrivato nel capoluogo aveva insultato l’allora comandante della Squadra mobile e altri poliziotti che erano impegnati con lui in un servizio di ordine e sicurezza pubblica. Un 27enne era finito sotto processo per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

La vicenda risale al 12 maggio del 2017. Il giovane era in giro per le strade di Macerata quando aveva visto i poliziotti e aveva iniziato ad urlare: «Stasera voglio menà qualcuno. Dai p…. di m… fatevi sotto che non ho paura di nessuno. Dai, f… di p… che avete paura? Brutti sbirri di m… Mi sono accorto di voi da un bel pezzo». E poi ancora insulti e parolacce. Dopo, slacciandosi il giubbetto aveva aggiunto: «Allora (altri improperi, ndr), fate finta di niente? Vi ho riconosciuto, vi conosco». Il giovane era stato quindi portato in questura e lì aveva continuato: «Vi do un po’ di soldi, lasciatemi andare non rompetemi …». Era quindi finito sotto processo per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, anche perché dopo i comportamenti provocatori e aggressivi contro gli agenti, quando i poliziotti erano intervenuti per identificarlo, li aveva affrontati fisicamente costringendoli a bloccarlo e a portarlo in questura coattivamente.

Una volta a processo il giovane, tramite l’avvocato Paolo Mengoni, aveva richiesto di accedere alla messa alla prova (l’istituto che consente, dopo aver svolto un lavoro di pubblica utilità non retribuito a favore della collettività, di ottenere l’estinzione del reato, ndr). Dopo otto mesi di lavori di pubblica utilità svolti alla Croce Rossa di Osimo e dopo aver pagato 300 euro come risarcimento simbolico alla polizia, oggi il reato è stato dichiarato estinto dal giudice Francesca Preziosi (pm era Francesca D’Arienzo).