Macerata

Macerata, caporalato nel settore agricolo: due misure eseguite e due denunciati

Sequestrate 2 aziende, 5 veicoli aziendali, conti correnti e denaro per un valore complessivo di 150.000 euro

MACERATA – Caporalato e sfruttamento del lavoro nel settore agricolo: due misure personali eseguite e due denunce, sequestrate due aziende, denaro, auto e beni aziendali. I carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del Lavoro) di Macerata, guidati dal maresciallo capo Martino Danilo Di Biase, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di due italiani di origine pakistana e marocchina, nell’ambito di un’articolata attività d’indagine sul caporalato e lo sfruttamento del lavoro nel settore dell’agricoltura.

Le indagini erano state avviate a settembre dello scorso anno dopo alcune segnalazioni e denunce presentate agli uffici del Nil. Nel corso degli accertamenti i militari hanno ricostruito il ruolo dei quattro indagati, individuando le rispettive presunte responsabilità. Per gli inquirenti il “deus ex machina” sarebbe un uomo di origine pakistana finito agli arresti domiciliari. A lui l’ordinanza è stata notificata mentre si trovava già ai domiciliari per un’altra indagine condotta sempre dal Nil a settembre 2023. L’attività investigativa ha consentito di acclarare che l’uomo si sarebbe avvalso di un’altra compagine societaria, risultata in parte riconducibile a lui, ma formalmente intestata ad una donna destinataria della misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in quanto ritenuta responsabile dei reati di sfruttamento del lavoro e riciclaggio.

In base a quanto ricostruito dai militari i lavoratori, tutti extracomunitari, venivano reclutati anche nei centri di accoglienza e utilizzati nelle campagne della provincia di Macerata e delle province limitrofe. Nella maggior parte dei casi non sarebbero stati retribuiti o avrebbero ricevuto somme irrisorie ben al di sotto degli standard previsti dai contratti collettivi di lavoro nazionale e provinciale, in violazione delle norme in materia di sicurezza, senza alcun dispositivo di protezione individuale, operando anche in assenza di sorveglianza sanitaria.
I carabinieri del Nil hanno così ricostruito che i lavoratori svolgevano turni anche di 12 ore giornaliere, che si protraevano dalle prime luci dell’alba fino al tardo pomeriggio, in violazione alla legge relativa all’orario di lavoro e senza alcuna maggiorazione per il lavoro straordinario e festivo. Gli stessi venivano sottoposti a forme di sorveglianza e condizioni di lavoro degradanti in quanto veniva controllata costantemente anche la quantità di prodotti agricoli raccolti dalle singole squadre.

Coordinati dalla Procura di Macerata, i militari hanno riscontrato che quotidianamente gli indagati impiegavano squadre di operai e li conducevano nelle campagne. L’attività illecita era ben organizzata, infatti il caporale potendo contare su una continua e sistematica richiesta di manodopera da parte di alcune aziende committenti fidelizzate, reclutava in prestabiliti punti di raccolta situati nel maceratese i lavoratori stranieri, per lo più di nazionalità bengalese e pakistana, che venivano trasportati nei luoghi di lavoro con dei furgoni.
L’attività di indagine ha quindi permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei presunti sfruttatori i quali, esercitando un potere intimidatorio e di ricatto, disponevano quotidianamente di stranieri impiegati in maniera irregolare presso le aziende agricole del territorio. Tali gravi indizi di colpevolezza hanno determinato l’autorità giudiziaria non solo ad emettere le misure cautelari personali ma, essendo emerso che le somme spettanti alla ditta del principale indagato, già sottoposta a sequestro a seguito di indagine condotta dal Nil, venivano reimpiegati in un’altra compagine societaria gestita di fatto sempre dal principale indagato, veniva ravvisato anche il reato di riciclaggio.
Alla luce di quanto emerso il gip ha disposto l’esecuzione del sequestro preventivo di 2 aziende, 5 veicoli aziendali e della somma di oltre 70.000 euro, nonché la nomina di un amministratore giudiziario. Complessivamente il valore dei sequestri delle ditte, dei veicoli, dei conti correnti e delle somme in contante ammontano a 150.000 euro.

L’esecuzione delle 2 misure cautelari, del sequestro e del deferimento in stato di libertà di altre due persone di nazionalità italiana ma di origine pakistana e algerina per concorso in caporalato e riciclaggio, sono stati effettuati dai carabinieri del Nil di Macerata insieme ai militari delle Stazioni di Montecosaro e Caldarola.