MACERATA – Ripartono le scuole e si riaccendono i riflettori sulle mense comunali dopo che, dallo scorso aprile, l’amministrazione ha avviato una sperimentazione che prevede il trasporto di alcuni pasti cucinati in mense più grandi, in scuole più piccole. Una sperimentazione che aveva fatto discutere e che ora la consigliera Stefania Monteverde (Macerata Bene Comune) riporta al centro del consiglio comunale con un’interrogazione che verrà discussa lunedì 13 settembre.
«Ricomincia la scuola e ricomincia con la nuova organizzazione delle mense scolastiche che la giunta Parcaroli ha approvato in via definitiva il 16 giugno – spiega Monteverde -. Le scelte ormai sono chiare: su 16 mense comunali, ben sette scuole avranno i pasti trasportati da fuori. Ma la scelta più grave è che le mense sono state attrezzate con gli abbattitori, surgelatori per preparare i cibi che serviranno tutte le scuole. È bene che tutti sappiano che cosa significa e la delibera di giunta lo dice chiaramente: “Lavorare con il legame del freddo e cioè con una tecnica che prevede la cottura del cibo, l’abbattimento della temperatura, la messa in sottovuoto del prodotto, il suo trasporto sempre mantenendo il legame del freddo, la sua conservazione in frigorifero e, il giorno della somministrazione, la sua rigenerazione e quindi lo sporzionamento”. In poche parole si preparano i pasti molto prima del consumo, si surgelano e poi scongelati al momento del consumo. Tutto nella norma, ma la qualità? Anche su questo punto la delibera di giunta porta le sue ragioni: “Questa modalità oltre ad assicurare la gradevolezza e l’appetibilità del cibo, consente di gestire i tempi di produzione senza affanni e in sicurezza, di programmare il lavoro su base settimanale, di utilizzare le attrezzature in una fascia oraria più ampia, di affrontare con maggiore serenità e margine di intervento le eventuali emergenze e le assenze non programmate del personale”».
E le motivazioni per la consigliera Monterverde sono chiare: «Riorganizzare il personale e ridurre i costi. E tutto a scapito della qualità delle mense scolastiche. Perché non ci si dica che è qualità mangiare i cibi surgelati. I genitori e tutta la città debbono saperlo che questa giunta vuole risparmiare a spese dei bambini. Lo smantellamento delle MenseVerdiBio è grave – aggiunge Monteverde – perché mostra tutto il cinismo di una politica che non investe sui servizi pubblici e risparmia sul benessere dei bambini. A febbraio la nostra lista, insieme alle forze politiche del centrosinistra, aveva presentato una mozione per chiedere di fermare questa sperimentazione e condividere le scelte con i genitori. Fu bocciata da Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle perché un tempo di sperimentazione sarebbe stato utile per capire. La sperimentazione è finita il 5 giugno e adesso si ricomincia la scuola con le scelte fatte senza sapere quali sono stati i vantaggi reali. Serve a poco una convocazione all’ultimo minuto dei comitati dei genitori, convocati per il 10 settembre, guarda caso proprio dopo la presentazione dell’interrogazione. Nella delibera, inoltre, la giunta ha indicato le scuole in cui saranno trasportati i pasti: le scuola d’infanzia Liviabella, Via Pace, P.M. Ricci e le scuole primarie di Sforzacosta, IV Novembre, Via Pace, via Mameli. Ma questo sistema di fatto riguarda tutte le scuole visto l’investimento di 3.500 euro per la formazione di tutto il personale di cucina sull’uso di abbattitori, catena del freddo, cucina sottovuoto con Gregori Nalon, chef di fama televisiva tanto voluto dall’assessora alla scuola Katiuscia Cassetta. Si possono ammantare di brillantini le scelte che si fanno, ma la sostanza e il valore delle cose non sfuggono».