Macerata

Macerata celebra “Il Giorno della Memoria”. Medaglie a sedici deportati

Celebrazioni in diversi Comuni della provincia. Il prefetto Ferdani: «La memoria è un sentimento che con il tempo tende a ridursi, per questo dobbiamo coltivarla e mantenerla in vita»

Macerata celebra la Giornata della Memoria

Macerata – «La memoria è un sentimento che con il tempo tende a ridursi, per questo dobbiamo coltivarla e mantenerla in vita per evitare che si ripetano gli errori del passato». Così il prefetto Flavio Ferdani ha aperto la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica a deportati e internati nei lager nazisti.

Le storie di 16 cittadini deportati e internati hanno avuto voce questa mattina (27 gennaio), in occasione del “Giorno della Memoria”, con una serie di celebrazioni che si sono svolte nei diversi Comuni, nel pieno rispetto della normativa anticontagio. I primi a ricevere la medaglia, nella sala consiliare del Comune di Macerata, sono stati i familiari di Pacifico Marchegiani e Sante Vecchi. «Mio nonno è stato deportato in Germania, dove di lui si sono perse le tracce – ha raccontato Mirko Marcolini, nipote di Sante Vecchi – tanto che mia nonna riuscì solo a sapere che suo marito era morto. Poi circa 7-8 anni fa, la moglie di mio cugino andando a ricercare in vecchi archivi, è riuscita a ritrovarlo ad Hannover. Così siamo partiti per la Germania e mia madre ha finalmente potuto portare un fiore sulla lapide di suo padre. Abbiamo ritrovato un nonno e un padre».

Il sindaco Parcaroli e il prefetto Ferdani consegnano la medaglia al nipote di Sante Vecchi

Emozionato il sindaco Sandro Parcaroli che ha voluto ricordare l’importanza del sacrificio di tanti uomini «che vanno celebrati per vivere al meglio il nostro presente e fondare su basi solide il futuro». Le altre medaglie sono state consegnate ai familiari di Idolo Cento e Gino Natali (a Potenza Picena), Concetto Cameli, Ulderico Ciccarelli e Celestino Massi (a Civitanova), Mariano Salvatelli (a Corridonia), Vincenzo Meo (Belforte del Chienti), Corrado Maraviglia (Camerino), Pietro Tobaldi (Cingoli), Giuseppe Porfiri (Montecassiano), Mario Zanetti, Ezio Scarpacci e Antonio Canzonetta (Tolentino). Unico sopravvissuto a ricevere personalmente la medaglia è stato il tolentinate Bruno Baldassarri.