Macerata

Macerata, il Comune sulla mensa: «I risparmi della sperimentazione saranno documentati»

Dura replica dell'amministrazione ai genitori accusati anche di non voler creare un dialogo nelle sedi opportune, ma di «enfatizzare ogni questione sui media»

Immagine d'archivio

MACERATA – «I risparmi potranno essere documentati se e quando il nuovo sistema di riorganizzazione delle mense scolastiche andrà a regime». Non si fa attendere la risposta dell’amministrazione alle preoccupazioni avanzate dai Comitati dei genitori delle scuole cittadine in cui, dal 7 aprile, è partita la riorganizzazione del servizio mensa, dopo aver letto una determina, firmata dal dirigente del Servizio welfare e cultura Gianluca Puliti, secondo i cui i costi di trasporto dei pasti da una scuola all’altra ammontano a 32mila euro in soli due mesi.

Un costo che, per i genitori, andrebbe così ad azzerare il risparmio annuo di 60mila euro l’anno che l’amministrazione ha preventivato dalla sperimentazione. Numeri, però, su cui il Comune dà una lettura diversa. «La determina, infatti, tratta dell’affidamento del servizio di scodellamento e di veicolazione dei pasti in cui sono inseriti anche i costi che, a tale titolo, venivano sostenuti anche in assenza del progetto, ovvero il trasporto e lo scodellamento per le scuole IV Novembre, Natali, Padre Matteo Ricci, Quartiere Pace – precisa l’amministrazione -. Questo atto, poi, non dà conto, né avrebbe potuto, della riduzione della spesa di personale conseguita con l’estensione della veicolazione parziale dei pasti. La concorrenza di questi elementi determina l’accantonamento dei 60mila euro l’anno che potrà essere verificato compiutamente se e quando il sistema dovesse andare a regime».

L’amministrazione, però, manifesta anche il suo dispiacere verso il comportamento tenuto dai Comitati che utilizzerebbero troppo i media piuttosto che cercare un dialogo “privato” nelle opportune sedi. «Ogni questione, persino se riguarda la richiesta, peraltro legittima, di chiarimenti, viene enfatizzata utilizzando i media locali, anziché essere affrontata nelle sedi proprie – continua l’amministrazione -. Com’è intuibile, tutto ciò non aiuta certamente l’avvio del processo di costruzione partecipata di un nuovo modello di refezione scolastica, più moderno ed efficiente, più sicuro e di maggiore qualità e, anzi, introduce elementi di tensione di cui non si avverte alcuna necessità, soprattutto da parte di chi opera nelle mense. L’ultimo intervento sulla stampa locale, con cui si contestano i minori costi del progetto di riorganizzazione, è la chiara espressione della difficoltà che si incontra nel voler avviare un processo di costruzione partecipata».