MACERATA – «Ringrazio la signora Morani e il consigliere regionale Carancini che, sollevando questo inutile polverone, hanno dato forza al concetto per cui occorre muoversi e in fretta sulla questione “natalità” in Italia, tema più importante di qualunque strumentalizzazione politica. Credo che i problemi dell’Italia in questo momento siano tanti e tali da meritare un dibattito più serio di quello che vorrebbe cancellare i fatti storici perché non piacciono. Cerchiamo di conservare, almeno in questa fase critica della storia del nostro amatissimo Paese, un profilo più alto di quello adottato dai colleghi della sinistra, che la storia è cultura e la cultura è di tutti, un patrimonio prezioso che contribuisce a creare e nutrire ogni uomo, dal più umile al più nobile, a prescindere dal credo politico o religioso».
Il fatto
Così la consigliera regionale Anna Menghi (Lega) replica a chi ne chiede le dimissioni e tira il ballo suo ruolo come presidente di un’associazione i disabili, dopo il discusso post su Facebook in cui parlando della denatalità in Italia, aveva tirato in ballo il governo di Mussolini. Il post, spiega la consigliera «non è stato rimosso rimosso da me, ma dall’algoritmo di Facebook su segnalazione di alcuni utenti, gli stessi che hanno alzato questo polverone e che lo stanno ora commentando» e nelle intenzioni era uno stimolo a fare di più in tema di natalità e non un voler inneggiare al Fascismo.
«Ho tratto spunto da una pubblicazione dei giornalisti della redazione de “Le Iene”, in cui si evidenziava un indice di andamento tale per cui nel 2100, stando all’attuale condizione in cui si trova il nostro Paese, la popolazione in Italia si dimezzerà letteralmente, passando dai 60 milioni di oggi a 30 milioni di residenti, un fatto avvalorato da sociologi ed esperti di statistica – spiega Menghi -. L’evidenza del problema denatalità è tale da essere stato sollevato dalla stessa Cgil Marche a fine 2020, che riteneva necessaria, cito, l’adozione di “misure strutturali a sostegno della maternità e paternità, a partire da un’adeguata rete di servizi per l’infanzia che superasse l’inefficace politica dei bonus”. Ho voluto verificare a che punto della sua storia l’Italia aveva smesso di intraprendere politiche a favore dell’incremento demografico e ho sorprendentemente scoperto dai documenti che i più corposi interventi sul tema erano stati fatti, un secolo fa da Benito Mussolini in qualità di capo del Governo italiano. Ho solo letto la storia nella sua linearità di fonte della conoscenza: da quando risalire alle fonti è apologia del Fascismo? La chiusura del mio post era di sprono a fare di più, non potendo io stessa accettare che, per rintracciare interventi strutturali e di visione a lungo termine sulla denatalità si dovesse scomodare una fase politica tanto controversa del nostro Paese.
La consigliera, quindi, bolla le polemiche della sinistra come «disattente e strumentali» e, rivolgendosi all’ex sindaco Carancini lo invita riflettere sul suo ruolo politico. «La parte più interessante della vicenda è che siano proprio queste persone, Carancini in testa, a tirare in ballo i disabili al cospetto di una persona che, con la sua esistenza, testimonia ogni giorno cosa significa esserlo – conclude l’esponente della Lega -. Mi chiedo se loro abbiano reale consapevolezza del ruolo che hanno svolto e svolgono ogni giorno da quando hanno scelto di fare politica, perché se l’avessero dovrebbero consegnarmi le loro scuse pubblicamente, avendo vergogna di non aver considerato chi sono e la mia storia umana».