MACERATA – Sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se la dipendente dell’ufficio Anagrafe denunciata per truffa potrà tornare al lavoro o meno. Per ora la donna, una 59enne di Civitanova, assunta in Comune nel 2007, è in ferie. «Il gip può decidere anche rispetto alla situazione lavorativa della dipendente – spiega l’assessore Marco Caldarelli –. Per cui aspettiamo che il giudice torni dalle ferie ed esamini il fascicolo perché potrebbe decidere per una sospensione o anche per un rientro in ufficio. Successivamente il Comune farà le sue valutazioni».
La donna è stata scoperta, dopo la segnalazione di una cittadina su Facebook che ha dato il via un’indagine interna della Polizia locale, a far pagare il rinnovo delle carte di identità elettroniche a un prezzo maggiorato rispetto a quello previsto. La dipendente, infatti secondo quanto è stato accertato, chiedeva 27,37 euro ai cittadini (prezzo previsto in caso di smarrimento o duplicato della carta), quando invece ne avrebbero dovuti pagare 22,21. E la differenza di 5,16 euro finiva nel portamonete della donna. Questo, dal 2016 a oggi, le avrebbe permesso di accumulare 50.081 euro.
Ma l’avvocato Alessandro Brandoni, che difende la 59enne, ha spiegato che la donna «proverà la sua innocenza». Venerdì mattina – 17 settembre – all’ufficio Anagrafe è scattata la perquisizione da parte degli agenti della Polizia locale che hanno sequestrato le agendine e i calendari usati dalla dipendente, ed è stato disposto un sequestro preventivo per 45mila euro. Il comandante Danilo Doria invita tutti i cittadini che pensino di essere stati truffati a rivolgersi agli uffici della Polizia locale.