MACERATA – Spaccio di cocaina a quattro acquirenti, due in aula modificano le dichiarazioni, pena meno severa per un pusher guineano. La difesa: «Si è ritenuto attendibile un testimone e non l’imputato, faremo appello».
Il processo è quello a carico di un pusher guineano A.B.D., di 24 anni, e discusso mercoledì scorso in Tribunale a Macerata dinanzi al giudice monocratico Daniela Bellesi. Il pubblico ministero Francesca D’Arienzo al termine della requisitoria aveva chiesto la condanna dell’imputato a sei anni e nove mesi di reclusione oltre al pagamento di una multa di 3.000 euro, il giudice ha invece riconosciuto l’ipotesi della lieve entità e ha condannato il pusher a un anno e sei mesi di reclusione. L’accusa nei confronti del 24enne è di aver ceduto molteplici dosi di cocaina tra gennaio e novembre del 2018 a quattro acquirenti, tra questi c’era anche Tamara Giorgetti, una giovane maceratese morta a 28 anni per overdose da cocaina ed eroina l’1 luglio di quell’anno.
Fu proprio da quella morte che la procura avviò mirate indagini che portarono all’identificazione di tre pusher tra cui il guineano a cui veniva contestato di aver spacciato non meno di 10 dosi di cocaina alla giovane tra gennaio e giugno di quell’anno, mentre ulteriori dosi erano state cedute ad altri tre clienti . «Nel corso del processo – ha dichiarato l’avvocato Federico Valori – le versioni date dagli acquirenti ai magistrati sono molto cambiate, direi radicalmente cambiate. Due testimoni hanno negato di aver acquistato cocaina dal mio cliente, erano rimasti Tamara Giorgetti che è morta prima del processo e un altro maceratese. Quest’ultimo in dibattimento ha dichiarato che si sentiva spessissimo con Giorgetti per andare ad acquistare eroina. Si è ritenuto attendibile costui e non il mio cliente. Noi riteniamo che il testimone non sia attendibile. Faremo appello». Anche la procura sta valutando il ricorso in Appello.