Macerata

Macerata, guida senza patente e fugge ai finanzieri a 130 all’ora: 19enne arrestato

In manette per resistenza a pubblico ufficiale è finito un maceratese, italiano di seconda generazione, i genitori sono marocchini. A febbraio il giovane era stato condannato per una rapina commessa in una tabaccheria, ma è pendente il ricorso in Appello

Immagine di repertorio

MACERATA – Cinque mesi fa, quando i giudici del collegio di Macerata lo avevano condannato a due anni e quattro mesi (a fronte dei tre anni e quattro chiesti dalla Procura per una rapina commessa in tabaccheria) e lo avevano rimesso in libertà (fino a quel momento era ai domiciliari) lui aveva reagito piangendo, abbracciando la mamma e ringraziando i giudici. Martedì 25 luglio, il giovane, un 19enne italiano di seconda generazione (nato in Italia da genitori marocchini) residente a Macerata, è finito di nuovo in manette, questa volta per resistenza a pubblico ufficiale: non si è fermato all’Alt imposto dalla Guardia di finanza tentando, come avrebbero poi formalizzato i finanzieri, di speronare la pattuglia e darsi alla fuga a folle velocità.   

È successo nel primo pomeriggio di martedì 25 luglio: un’auto della Guardia di Finanza ha affiancato l’Opel Corsa guidata dal 19enne e un militare ha segnalato all’auto di accostare e fermarsi. Il 19enne, invece, ha accelerato toccando punte di oltre 130 km/h, ha percorso via Spalato, corso Cavour, via Mameli per poi fermarsi al parco di Fontescodella e lì, pensando di aver ormai seminato i finanzieri, lui e i due amici che erano in auto con lui sono scesi e si sono nascosti tra i cespugli. Ci sono rimasti ben poco perché i finanzieri, arrivati subito dopo, hanno prima visto l’Opel e poi hanno individuato i tre giovani tra la vegetazione. Il conducente dell’auto è stato quindi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

Dagli accertamenti eseguiti successivamente è emerso che sia l’Opel Corsa sia la relativa assicurazione erano intestate a lui, ma lui la patente non l’aveva mai presa. Ieri mattina 26 luglio il 19enne si è presentato in tribunale davanti al giudice Federico Simonelli e al pubblico ministero Stefano Lanari. Difeso dall’avvocato Mirela Mulaj, sostituita in aula dal collega Nicola Piccinini, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, il giudice ha convalidato l’arresto e in merito alla misura da applicare ha disposto l’obbligo di firma (il pm aveva chiesto i domiciliari con braccialetto elettronico), poi l’udienza è stata rinviata al prossimo 21 settembre. 

Per il 19enne è il secondo arresto: a settembre 2022 era finito in manette per aver rapinato il titolare della tabaccheria Vintage tab di piazza Pizzarello. All’epoca era diventato maggiorenne da poco. A febbraio scorso c’è stata la sentenza: il 19enne è stato condannato a due anni e quattro mesi, pena sospesa (era accusato di rapina aggravata, rapina impropria e porto di coltello). I giudici gli avevano concesso le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, gli avevano disapplicato la recidiva inizialmente contestata (per un reato commesso quando era minorenne e per il quale aveva avuto il perdono giudiziale) e lo avevano rimesso in libertà. Lui, in lacrime, li aveva ringraziati. La condanna non è definitiva perchè il difensore ha impugnato la sentenza in Appello.

© riproduzione riservata