MACERATA – Prima la lite in casa di lei, poi la chiamata al 112, dopo due giorni lui finisce in carcere. È quanto accaduto nei giorni scorsi a Macerata. Tutto è iniziato mercoledì scorso quando al numero unico di emergenza è arrivata una richiesta di aiuto. A parlare era una donna che aveva appena avuto una forte discussione col compagno, un maceratese 53enne che stava scontando una pena residua in affidamento in prova. Erano le 16. Sul posto era intervenuta una pattuglia della polizia, all’arrivo degli agenti i due erano apparentemente tranquilli: lei avrebbe lamentato il comportamento aggressivo del compagno, lui avrebbe minimizzato ammettendo di aver avuto un semplice diverbio verbale.
Quando l’uomo ha lasciato l’appartamento, però, la compagna ha raccontato di essere stata minacciata e presa a schiaffi e di essere terrorizzata da quell’uomo tanto da non volerlo denunciare per paura. La donna ha quindi chiesto di essere accompagnata al pronto soccorso, ma nel frattempo aveva ricevuto una telefonata dal 53enne che le aveva intimato di fare attenzione a quello che avrebbe detto ai poliziotti. La vicenda è stata dunque segnalata all’Ufficio di Sorveglianza di Ancona, l’uomo infatti, stava scontando un residuo di pena a seguito di una condanna per truffa. A fine 2019, tramite il proprio legale, l’avvocato Gianluca Gattari, aveva chiesto e ottenuto dal magistrato di Sorveglianza di poter espiare la pena in regime di affidamento in prova ai servizi sociali. Stava lavorando come muratore, avrebbe terminato a dicembre, ma mercoledì scorso la lite con la compagna. A seguito della segnalazione il magistrato di Sorveglianza ha ritenuto di dover sospendere cautelativamente la misura alternativa e ha disposto l’accompagnamento del maceratese nell’istituto di pena più vicino. Ieri, dunque, i poliziotti della Squadra Mobile di Macerata lo hanno prelevato e condotto in carcere a Fermo.