Macerata

Macerata: morde alla testa la compagna e la colpisce con un badile, condannato

Tre anni e sei mesi di reclusione è la pena inflitta dal gup del Tribunale di Macerata a un 24enne accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate. Più severa era stata la richiesta della Procura: sei anni e quattro mesi

Foto di repertorio

MACERATA – Per tre anni la giovane, una 27enne di fuori regione, aveva sopportato le violenze spesso sfociate in brutali aggressioni. Per cinque volte era finita all’ospedale, una volta con una ferita al sopracciglio e un ematoma vicino all’occhio, un’altra con un timpano perforato, un’altra ancora con un dito fratturato, la quarta volta con vertigini e una lieve ipoacusia, la quinta per escoriazioni al cuoio capelluto “da morso”.

Sempre, finché è riuscita a farlo, aveva giustificato quelle lesioni, gravi (si parla di prognosi di 7, 30, 33, 20 e 5 giorni), con incidenti domestici o altro per cercare di nascondere le violenze. Ieri nell’udienza preliminare a carico del suo ex compagno, un 24enne di un comune dell’Alto Maceratese, per lei non c’era nessuno, ha scelto di non costituirsi parte civile.
A sostenere invece la gravità delle condotte è stato il pubblico ministero Vincenzo Carusi che nel corso della requisitoria ha ripercorso tutti i singoli episodi di violenza cristallizzati in precedenza dal collega Enrico Barbieri nella richiesta di rinvio a giudizio, concludendo con una richiesta di condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione. La difesa in aula ha rigettato gli addebiti fornendo una propria ricostruzione della vicenda poi, al termine della camera di consiglio, il gup Claudio Bonifazi ha emesso la sentenza di condanna a tre anni e mezzo di reclusione.   

I fatti

In base al castello accusatorio, le aggressioni sarebbero avvenute tra il 2017 e il 2020. All’epoca la 27enne si era trasferita in un comune dell’Alto Maceratese e aveva iniziato una convivenza col 24enne. Quella coabitazione, però, era stata segnata da numerosi litigi, in più occasioni lui le avrebbe afferrato le braccia stringendole così forte da provocarle ecchimosi, oppure l’avrebbe fatta cadere a terra per poi colpirla con calci e schiaffi. Ma in quei tre anni le violenze sarebbero state più brutali: un giorno di dicembre del 2018 i due erano in auto, era scoppiata una discussione, lei era appena scesa quando era stata presa dal giubbotto e strattonata così forte da sbattere la testa contro il montante dell’auto. Era finita al pronto soccorso dell’ospedale di Camerino. Sette mesi più tardi con uno schiaffo in faccia il fidanzato le aveva perforato il timpano dell’orecchio sinistro e lei era finita di nuovo al pronto soccorso, questa volta dell’ospedale di Civitanova. Dopo altri quattro mesi, a novembre 2019, mentre erano in una stalla lui l’aveva aggredita con una badilata su un piede, per la terza volta fu necessario il ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso, di nuovo a Camerino (33 giorni di prognosi per un dito del piede fratturato). Ma non era stato abbastanza per chiudere quella relazione. A maggio dello scorso anno, sempre per una spinta, aveva sbattuto la faccia contro un muro, il colpo le aveva provocato vertigini e una lieve ipoacusia (quarto accesso in ospedale, questa volta di Macerata e 20 giorni di prognosi). Tre mesi dopo al culmine dell’ennesimo litigio lui le diede un morso sulla testa, per la quarta volta la 27enne finì in ospedale, un nosocomio fuori regione, dove il referto non lasciò spazio a dubbi: lesioni “escoriate al cuoio capelluto da morso”, cinque giorni di prognosi. Ieri, dunque, la discussione in abbreviato e la condanna.