MACERATA – Mancano i soldi delle rette di una 80enne ospite di una casa di riposo, figlio accusato di peculato. Si è aperto ieri – 8 febbraio – il processo a carico di un 48enne maceratese, all’epoca nominato amministratore di sostegno dell’anziana, accusato di essersi appropriato di oltre 37.000 euro della madre. La difesa respinge gli addebiti: «I soldi li ha usati per aiutare la mamma e comunque parliamo di cifre di molto inferiori a quelle contestate».
La vicenda era venuta alla luce dopo la segnalazione fatta dal responsabile di una casa di riposo di Sant’Angelo in Pontano a cui dovevano essere ancora pagate 11.726 euro di rette per un’ospite di 80 anni. La questione finì prima all’attenzione del giudice tutelare del Tribunale di Macerata e poi direttamente della Procura. Secondo l’accusa, ieri sostenuta in aula dal pubblico ministero Claudio Rastrelli, il 48enne, in qualità di amministratore di sostegno della madre, si sarebbe appropriato di 37.391 euro e non avrebbe ottemperato alle richieste formulate dal giudice tutelare di presentare una relazione sulla gestione dei soldi dell’anziana. Le contestazioni riguardano il periodo compreso tra luglio del 2018 e marzo del 2019.
Da quanto emerso l’anziana, affetta da malattie che avevano comportato un’invalidità importante, non potendo essere assistita a casa, era stata portata in una casa di riposo a Sant’Angelo in Pontano. Dopo qualche tempo però la struttura aveva segnalato il mancato pagamento delle rette, fu interessato della questione il giudice tutelare Franca Pecorari che chiese chiarimenti al figlio. Non ottenendo risposte il giudice revocò il mandato all’uomo e il 1° marzo 2019 nominò quale nuovo amministratore di sostegno l’avvocato Roberta Bizzarri. Dopo il giuramento il legale avviò una serie di accertamenti per ricostruire le disponibilità dell’anziana, tra pensione, indennità ed eventuali proprietà, venne fuori che sul conto aveva poco più di 600 euro.
A febbraio di quell’anno invece dovevano ancora essere pagati 11.726 euro di rette, un debito in parte onorato dalla nuova amministratrice dopo la vendita dell’usufrutto su un immobile che l’anziana aveva. Ma per l’accusa nel periodo di gestione dei soldi da parte del figlio gli ammanchi sarebbero stati ben più elevati. L’anziana, ad agosto 2019 è morta. Ieri si è aperto il processo a carico del figlio, difeso dall’avvocato Sergio Ariozzi.