MACERATA – Confusione, parole vuote e promesse dietro cui non c’è nulla. Questo il “fil rouge” che collega tutte le dichiarazioni da parte di diversi consiglieri di opposizione che puntano il dito sul sindaco Sandro Parcaroli e sull’assessore regionale Filippo Saltamartini, dopo l’annuncio di voler fermare il progetto di realizzazione dell’ospedale di primo livello alla Pieve, per partire da zero con una nuova idea.
«La procedura proposta dall’assessore Saltamartini è lunghissima e certamente avrà delle difficoltà applicative evidenti – commenta David Miliozzi di Macerata Insieme -. Tra l’altro i soldi per una procedura del genere non ci sono. La giunta Acquaroli ha impiegato sette mesi per dirci che si cambiava progetto per l’ospedale di primo livello. Ora il tema politico è un altro: Parcaroli ha capito che le liste politiche che lo appoggiano a Macerata hanno già scelto di declassare il nostro ospedale? L’assordante silenzio della Lega e di Fratelli di Italia di Macerata è molto significativo. Il sindaco tragga su questo le sue considerazioni politiche».
Risposte confuse sul diritto alla salute per i cittadini, la critica dell’ex assessore Stefania Monteverde, oggi capogruppo della lista Macerata Bene Comune, che ricorda come «Un ospedale di primo livello garantisce servizi specialistici e terapie d’eccellenza, garantisce il diritto alla salute: significa che non si dovrà fare i pendolari della salute per curarsi – aggiunge -. E allora il sindaco dice di volere l’ospedale, ma poi respinge la proposta di accelerarne l’iter, per ripartire da zero, come nel gioco dell’oca. A questo punto la confusione è totale, mentre questo territorio rischia di perdere tra chiacchiere e ripicche un progetto già votato da tutti i sindaci dell’Area Vasta 3, che è già in una fase avanzata».
Critico anche Andrea Perticarari del Pd che chiede al sindaco di chiarire definitivamente la posizione del Comune. «Dietro alle parole e alle promesse dell’assessore Saltamartini sul nuovo ospedale non c’è nulla: non c’è un progetto, non c’è un’idea dei costi e dei tempi di realizzazione, non c’è insomma un minimo di serietà, ben sapendo che ricorrere ai “sistemi tradizionali di appalto” tramite un “mutuo con Cassa depositi e prestiti” implica indicativamente delle tempistiche che vanno dai 5 ai 12 anni tra progettazione, gara europea e costruzione – incalza Perticarari -. Siccome le parole sono importanti sarebbe bene chiarire definitivamente la posizione della città di Macerata e della provincia di Macerata di fronte alla scelta regionale, perché questa dovrebbe essere una lotta che tutte le amministrazioni provinciali dovrebbero combattere insieme senza distinguo politici. Una scelta che renderebbe quella maceratese la sola provincia di tutte le Marche senza una struttura di primo livello, una scelta che oggettivamente abbasserebbe la qualità dell’offerta sanitaria provinciale costringendo tutti i maceratesi ad andarsi a curare fuori provincia o addirittura fuori regione per le patologie più complesse. Una scelta che implicherebbe l’ennesimo colpo a Macerata quale capoluogo di Provincia e luogo baricentrico di tutto il territorio in favore della costa. Il tutto per mere promesse elettorali e interessi di partito che quando si parla di sanità pubblica non dovrebbero trovare spazio».