Macerata

Macerata, l’opposizione sul caso mense: «Stop alla sperimentazione, tagliare i servizi è un danno»

La consigliera Stefania Monteverde ha presentato una mozione per chiedere all'amministrazione di fermarsi e aprire un tavolo di confronto

MACERATA – Il “caso mense” arriva in consiglio comunale. A raccogliere la preoccupazione di genitori è stata la consigliera di opposizione Stefania Monteverde (Macerata Bene Comune) che, unendosi all’appello dei Comitati mensa, chiede di fermare la sperimentazione a cui il Comune sta lavorando che dovrebbe partire a marzo in cinque scuole cittadine. L’amministrazione, infatti, sta pensando di estendere anche alle scuole Mameli, Villa Serra, Anna Frank, De Amicis e Natali la sperimentazione già avviata nella scuola Padre Matteo Ricci, per cui alcune pietanze (il condimento del primo piatto, il secondo piatto e il contorno) verranno cucinate in mense scolastiche più grandi, mentre solo il primo piatto sarà cucinato in loco.

«Portiamo in consiglio la preoccupazione dei genitori. Siamo preoccupati perché è l’inizio dello smantellamento delle MenseVerdiBio, un sistema di qualità fondato sulle cucine interne che garantisce la salute dei bambini e che le famiglie hanno sempre premiato con un gradimento altissimo in tutti i sondaggi di soddisfazione di fine anno – spiega la consigliera ed ex assessore alla scuola negli scorsi cinque anni -. La città non capisce perché questa amministrazione non voglia ascoltare le famiglie. L’unico motivo che immaginiamo è la riduzione della spesa, ma tagliare i servizi di qualità non è un risparmio, è un danno: le ricerche hanno dimostrato che i pasti trasportati riducono il potere nutrizionale dei cibi e  l’aumento dei trasporti significa più inquinamento. È un danno per le nuove generazioni».

La mozione, che verrà discussa in consiglio comunale lunedì dalle 15, è firmata anche dalle altre forze politiche del centrosinistra: Pd, Macerata Rinnova, Italia Viva, Macerata Insieme e Strada Comune.

«C’è un’altra preoccupazione: allestire un punto di cottura unico avvia un percorso di centralizzazione del sistema che porterà a una riduzione del personale comunale e a una più facile esternalizzazione verso i grandi gruppi di ristorazione industriale – conclude Monteverde -. Perderemo posti di lavoro in un tempo di crisi per le famiglie, oltre alla qualità di mense tra le  migliori d’Italia secondo l’Osservatorio di Foodinsider. L’amministrazione non ha ancora spiegato alla città perché lo fa. Al sindaco Parcaroli chiediamo di aprire subito un tavolo di confronto con tutti i comitati di genitori, non solo quelli delle scuole al momento interessate, anche con i sindacati e con i consiglieri comunali, rappresentanti dei cittadini, ai quali vanno spiegate bene le motivazioni di una tale scelta».