MACERATA – Precarietà, assenza di lavoro e di prospettive per il futuro. I lavoratori dello spettacolo portano in piazza il loro malessere dopo un anno in cui solo alcuni di loro sono riusciti ad andare avanti solo tramite pochi ristori, mentre ad altri tramite lavoretti precari. L’appuntamento è per martedì, alle 16 in piazza Mazzini, dove confluiranno i lavoratori di tutta la regione per chiedere che il governo cambi marcia.
«Tante lavoratrici e tanti lavoratori stanno sopravvivendo a stento con l’elargizione di quelle misure tampone, mentre molti altri rimangono a mani vuote perché ancora incagliati nelle maglie della burocrazia che non ha sciolto i nodi legati al respingimento di legittime richieste – spiega Mauricio Pasquali, portavoce di Osa, una delle due sigle maceratesi (insieme a Cam) che parteciperanno alla protesta -. Ci sono tante persone in crisi, famiglie che non riescono ad andare avanti».
I lavoratori dicono basta a misure “una tantum” e chiedono misure di sostegno al reddito più strutturali: «In questo anno non abbiamo mai smesso di lottare per misure di reddito e di sostegno strutturali, per una totale riforma del nostro settore, per la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. E non abbiamo alcuna intenzione di fermarci – si legge nel documento sottoscritto in vista della manifestazione -. Per questo chiediamo lo sblocco immediato e l’erogazione dei ristori rimasti in sospeso durante queste settimane di instabilità governativa, la tempestiva convocazione di un tavolo interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, l’attuazione di una necessaria riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori, la progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore e la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere».