MACERATA – Sono passati sette mesi da quando, a settembre, la città ha scelto di “cambiare rotta” affidando alla coalizione di centrodestra, con in testa l’imprenditore Sandro Parcaroli, la guida della città.
Sindaco che esperienza è stata finora?
«Un’esperienza certamente positiva perché il lavoro da fare per la città è tanto e i progetti che abbiamo in mente e sui quali stiamo lavorando sono altrettanti. Da parte di tutta l’amministrazione c’è ogni giorno il massimo impegno nel voler rendere Macerata sempre più un luogo dove vivere e lavorare consapevoli del periodo difficile che stiamo vivendo e dal quale speriamo di uscire il prima possibile».
C’è stato un momento più difficile di altri?
«Un momento sicuramente impegnativo e difficile lo abbiamo attraversato quando i posti letto del pronto soccorso dell’ospedale cittadino e quelli della palazzina di Malattie Infettive erano pieni come, del resto, quelli nelle altre strutture della provincia. Stiamo ancora affrontando la pandemia che oltre alla crisi sanitaria porta con sé quella economica e a questo dobbiamo fare fronte ogni giorno».
Tra i risultati più importanti di questi primi mesi ci sono l’apertura del nuovo centro vaccinale a Piediripa e la nomina di Macerata a “Città europea dello sport 2022”, come avete ottenuto questi risultati?
«Il centro vaccinale di Piediripa, così come evidenziato anche dal generale Figliuolo che ha partecipato all’inaugurazione, ha dimostrato l’importanza della sinergia tra pubblico e privato. In poco tempo siamo riusciti ad avere il locale in concessione gratuita dalla UniCredit Leasing e il supporto della Fondazione Carima e del gruppo Lube ha permesso di velocizzare il tutto; le due realtà hanno contributi, rispettivamente, con un contributo economico e con gli arredi. Per quanto riguarda il titolo di “Macerata Città Europea dello Sport 2022”, nonostante ciò che ci è stato lasciato, abbiamo puntato sulla progettualità futura e sull’idea della città come palestra a cielo aperto; l’impegno è quello di investire nello sport che consideriamo un veicolo anche per allontanare i giovani da brutte strade».
Tra i problemi emersi c’è la realizzazione del nuovo ospedale. Riesce a fare chiarezza su che tipo di struttura sarà?
«La questione dell’ospedale non credo sia un problema, anzi. Insieme alla Regione stiamo valutando il tutto e come abbiamo già ribadito in molte occasioni si tratterà del nuovo ospedale di Macerata ovviamente di primo livello».
Altro tema che ha diviso la città è la riorganizzazione delle mense scolastiche, pensa che il progetto non sia stato capito?
«Purtroppo ogni questione, anche se riguarda la richiesta, peraltro legittima, di chiarimenti, viene enfatizzata utilizzando i media locali, anziché essere affrontata nelle sedi proprie. Tutto ciò non aiuta certamente l’avvio del processo di costruzione partecipata di un nuovo modello di refezione scolastica, più moderno ed efficiente, più sicuro e di maggiore qualità e, anzi, introduce elementi di tensione di cui non si avverte alcuna necessità. Nessuno di noi vuole peggiorare il servizio che offriamo ogni giorno ai nostri figli ma, semmai, migliorarlo».
Macerata è sempre stata la città della cultura e del turismo, pensa che questi due strumenti possano essere ancora un volano di rilancio dopo la pandemia? Avete dei progetti specifici a cui lavorerete?
«Certamente. Abbiamo in mente di digitalizzare i musei e le bellezze artistiche e culturali della città che abbiamo per poterli rendere fruibile sempre, ovunque e in qualsiasi momento e soprattutto attrarre i visitatori a venirli a vedere da vicino. Dopo l’uscita dalla pandemia il turismo e la cultura torneranno a essere dei pilastri fondamentali e per questo siamo a lavoro per rendere la città visitabile e attrattiva culturalmente e turisticamente 365 giorni l’anno».