Macerata

Macerata, protesta dei lavoratori dello spettacolo: «Basta false ripartenze, vogliamo lavorare»

Sit-in davanti allo Sferisterio nel giorno in cui era stata annunciata la riapertura dei teatri. Dubbi anche sulla stagione lirica maceratese: «Le opere potrebbero essere due e non tre»

MACERATA – Striscioni appesi davanti allo Sferisterio, sedie vuote e sagome a simboleggiare quella ripartenza del lavoro che si sarebbe voluta vedere e che, invece, non c’è stata. Perché al posto di quelle sagome, a lavorare avrebbero voluto esserci loro, quelle maestranze: tecnici, attrezzisti e sarte che costituiscono l’anima dell’arena maceratese.

Invece sono dovuti tornare a manifestare davanti ai cancelli chiusi, con tutte le preoccupazioni per ristori che arrivano con il contagocce e un futuro ancora incerto, dopo oltre un anno in cui la cultura è rimasta ferma. «A 13 mesi dalla chiusura dei teatri i ristori sono stati esigui, appena 4.800 euro – spiega Mauricio Pasquali, portavoce di Osa (Operai dello spettacolo associati) -. Sono stati stanziati altri 2.400 euro che nessuno di noi ancora ha visto, sicuramente arriveranno ma nel frattempo i mesi passano. Per molti di noi, inoltre, sarà molto difficile arrivare alla pensione, per cui chiediamo che per quest’anno e lo scorso ci vengano riconosciuti almeno i contributi figurativi».

Alcuni cartelli affissi davanti allo Sferisterio

La giornata di oggi non è stata scelta a caso, perché il 27 marzo, Giornata mondiale del teatro, era la data scelta dal governo per riaprire cinema e teatri nelle zone gialle d’Italia, oltre ai musei anche nei weekend. Ma con la penisola divisa tra zone rosse e arancioni, la ripartenza è sfumata. «Questa è la seconda falsa ripartenza. La prima si è avuta l’estate scorsa quando qualcuno ha riaperto con alcune cautele, mentre altri non hanno riaperto per niente – aggiunge Sauro Tartari, aiuto tecnico dello Sferisterio -. E adesso siamo davanti alla seconda falsa ripartenza perché il 27 marzo era la data annunciata dal ministro Franceschini per le riaperture, ma viste le condizioni in cui versa l’Italia nessuno di noi aveva pensato che i tempi sarebbero stati rispettati».

Le sagome all’interno dello Sferisterio

I lavoratori dell Sferisterio hanno sottolineato come questa grande fase di incertezza del mondo della cultura non abbia risparmiato la programmazione dell’arena, dove la prossima estate si festeggeranno i cento anni dalla prima opera lirica portata in scena. «Siamo ancora in stand-by dopo il cambiamento del sindaco e del consiglio di amministrazione – aggiunge Tartari -. La stagione che era stata prospettata come quella del rilancio, ancora non sappiamo come sarà, ma quasi sicuramente delle tre opere previste ne faremo due».